Homepage
Venerdì 04 Febbraio 2011
Errore al catasto
sparita mezza provincia
Uno sbaglio nella trascrizione dei dati della società informatica che ha curato il trasferimento dei dati su carta. Sparita mezza provincia e anche mezza città di Como. Caos tra i proprietari e i professionisti che curano le loro pratiche
Effetti dell'informatizzazione delle mappe catastali: la Sogei, la società generale informatica dal 26 novembre al 10 dicembre 2010 avrebbe dovuto aggiornare le mappe con un'operazione di «bonifica» in termini tecnici, cioè una ripulitura. Tutti contenti: sarebbe stata l'occasione, tra l'altro, per mettere a posto le x. Infatti, per un serie di problemi del passato, edifici comaschi non erano contrassegnati dall'idoneo numero subalterno, ma da una x, con difficoltà di identificazione dell'immobile. Ma tutti sapevano pure che i dati lavorati in quei 15 giorni sarebbero stati persi, per poi essere recuperati. Ma quando la Banca Dati tornò in funzione il 7 gennaio, con ritardo di quasi un mese, risultò che una rilevante quantità di dati è andata persa. Rilevante è l'aggettivo utilizzato dallo stesso direttore dell'ufficio provinciale di Como dell'Agenzia, in una lettera spedita a tutti gli Ordini professionali. Risultato: c'è chi invoca Maria Teresa d'Austria e il suo catasto del 1.700. Era perfetto e si presta tuttora al confronto con le cartografie satellitari: sovrapponendo il Catasto Teresiano con quello satellitare, si rilevano edifici e modifiche nel frattempo intervenute. Adesso è il caos: chi sulle mappe ha perso la casa e chi ha guadagnato il terreno, ma il reinserimento non avviene in automatico, perché nessuno può sapere che cosa è andato perso. E' necessario presentare istanza per la rettifica e la correzione dell'errore riscontrato e lo si riscontra nel momento in cui si chiede la mappa catastale, indispensabile in caso di compravendita o di variazione delle rendite e di verifica di conformità dell'immobile. «Emersione delle case fantasma per assoggettarle a tassazione? Nel Comasco è avvenuto il contrario: le hanno immerse», scherza un professionista. Si fa serio:esorta la Sogei a ricaricare «il cervellone», come fanno ogni sera tutti i professionisti, quando salvaguardano i dati per obbligo di legge. L'operazione si chiama «backup», ripristino. Perché non si può fare?
Maria Castelli
© RIPRODUZIONE RISERVATA