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Aumenti dal 10 al 25 per cento. Altro che stangata, quella piovuta sulla testa dei comaschi da Roma è un'autentica mazzata. L'assessore alla mobilità Stefano Molinari porterà la delibera comunale che cerca di riparare al taglio di ben 97 milioni di euro destinati al trasporto pubblico locale.

a.savini

COMO Altro che stangata, quella piovuta sulla testa dei comaschi da Roma è un'autentica mazzata. Lunedì in giunta a Como l'assessore alla mobilità Stefano Molinari porterà la delibera comunale che cerca di riparare al taglio di ben 97 milioni di euro destinati al trasporto pubblico locale, deciso dalla capitale a danno di Regione Lombardia e dei suoi cittadini: oltre all' aumento del 10% delle tariffe degli autobus, già in vigore dal primo febbraio, oltre al taglio di alcune corse e linee (dal 1 marzo), oltre al non ancora scongiurato aumento di un ulteriore 10% delle tariffe dei bus nel mese di maggio, ora spunta anche la necessità «di recuperare circa 300 mila euro dalla sosta parcheggi a partire dai prossimi mesi», forse già a marzo. Tradotto in soldoni, significa che l'aumento delle tariffe sarà da definire in una percentuale compresa tra il 10 e il 25%: nel 2009, infatti, la Como servizi urbani (la concessionaria che gestisce parcheggi e autosili per conto del Comune) ha incassato 3.331.000 euro dai parcometri, di cui 1.277.000 girati a Palazzo Cernezzi. Mentre l'autosilo di via Auguadri ha fruttato un incasso di 981mila euro, e quello in Val Mulini (ormai deserto, dopo il trasferimento dell'ospedale Sant'Anna) 562mila euro. Il Comune ha ora necessità di far saltare fuori quei 300 mila euro, anche se è già allo studio, ha spiegato ieri Molinari nel corso della seduta nella Commissione consiliare presieduta da Veronica Airoldi, l'ipotesi di «legare la tariffa del parcheggio a quella del mezzo pubblico, così da mantenere competitivo quest'ultimo». Non solo, l'assessore ha anche detto di aspettarsi «un contributo da parte di quei Comuni limitrofi che fino ad oggi hanno goduto gratuitamente del servizio di trasporto offerto da Como». La genesi di questa autentica mazzata per i comaschi, come si diceva, è tutta romana e risiede nel taglio di ben 97 milioni di euro a Regione Lombardia per il trasporto pubblico locale. I tagli dei trasferimenti, che hanno provocato anche un aggravio del 15,2% del prezzo dei treni regionali da Como a Milano (da 3,60 a 4,05 euro), si sono riversati a cascata su Province e Comuni lombardi. Il capoluogo lariano si è trovato con circa 700mila euro in meno in tasca e la possibilità di ripianare il buco, dato dalla legge regionale di fine dicembre, con aumenti tariffari degli autobus (in vigore dal 1 febbraio, che dovrebbero fruttare un incasso di 205mila euro), tagli di corse e linee a bassa utenza (in vigore dal 1 marzo, risparmio di 260mila euro) e il restante dall'aumento delle tariffe di sosta ai parcheggi. Molinari ha spiegato a più riprese di aver contenuto il più possibile i rincari e i tagli delle corse «non disponendo una semplice operazione ragionieristica, ma badando a garantire, in special modo agli anziani, il loro diritto alla mobilità». Le spiegazioni dell'assessore non hanno però convinto del tutto gli esponenti di centrosinistra presenti in Commissione: Donato Supino, Vincenzo Sapere e Marcello Iantorno. Presenti in Commissione anche Alessandro Rapinese, Gianmaria Quagelli, Pierangelo Gervasoni, Guido Martinelli, Francesco Pettignano, Pasquale Buono, nonché, ad inizio seduta, l'assessore Maurizio Faverio.
Luca Marchiò

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Venerdì 04 Febbraio 2011

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