Valbrona: "Io ho ucciso
Mio figlio non c'entra"

Subito rinviato a martedì il processo per l'omicidio dell'artigiano Antonino Correnti, ucciso a Visino di Valbrona all'alba del 23 febbraio scorso

COMO - Subito rinviato a martedì il processo per l'omicidio dell'artigiano Antonino Correnti, ucciso a Visino di Valbrona all'alba del 23 febbraio scorso. Il rinvio è stato deciso, un po' a sorpresa, al termine dell'udienza di giovedì, nel corso della quale i due imputati - Carlo ed Emiliano D'Elia, padre e figlio - hanno rilasciato spontanee dichiarazioni. Entrambi accusati di omicidio volontario premeditato, sono in carcere da allora, e rischiano moltissimo. «L'ho ucciso io da solo - ha detto Carlo, il padre, 58 anni - Mio figlio non c'entra nulla, anzi:ha tentato di fermarmi ma non c'è riuscito». L'imputato ha sostenuto di avere agito per vecchi rancori, per dissidi legati a precedenti rapporti lavorativi con Correnti e, in definitiva, ha ripetuto una versione già fornita subito dopo il primo arresto. Sempre ieri, dopo il padre, ha parlato anche Emiliano, vent'anni: «Papà - ha detto - ha aggredito Correnti, ho cercato di fermarlo ma non ci sono riuscito».
Il padre aveva già cercato di scagionare il ragazzo, anche con una lettera inviata a "La Provincia": «Era nel posto sbagliato nel momento sbagliato e tutto questo per colpa mia. Lui ha soltanto cercato di evitare il peggio dal momento che aveva intuito la mia debolezza».

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