Menaggio: l'ultimo disegno
di Sara per la mamma

Sul feretro in attesa del funerale, la figlia ha appoggiato un foglio con un angelo e un arcobaleno. In occasione dell'ultimo saluto a Cristina Corazzolla, la donna di 39 anni deceduta mercoledì dopo dieci anni di vita in stato di coma

MENAGGIO Sul feretro della mamma, in attesa del funerale, la figlia Sara ha appoggiato un disegno con un angelo e un arcobaleno. In occasione dell'ultimo saluto a Cristina Corazzolla, la donna di 39 anni deceduta mercoledì dopo dieci anni di vita in stato di coma, l'arciprete di Menaggio, don Carlo Basci, che ha presieduto la mesta cerimonia con a fianco il parroco di Loveno, don Gino Discacciati, e altri sacerdoti amici di famiglia, non ha potuto non accennare a quel significativo omaggio della bimba alla sua mamma, quella mamma di cui non ha mai conosciuto la voce. «Sara ha colto l'essenza di quanto accaduto in maniera stupefacente - ha detto il sacerdote - . Sua mamma ora è un angelo e quell'arcobaleno, simbolo di pace, significa che ora si trova nella pace e nella serenità del Paradiso, da dove veglierà per sempre sulla sua bambina e i suoi famigliari».
Cristina, infermiera professionale, aveva partorito la sua bimba il 24 giugno 2001 ed era stata subito colpita da un'emorragia cerebrale che le aveva provocato lesioni irreversibili. Né allora, né in seguito ha mai potuto abbracciare la sua figliola. Ma la piccola Sara, papà Mario e i genitori della sfortunata donna, Lina ed Ezio, in questi dieci lunghi anni hanno scritto pagine di affetto vero che sono una lezione di vita per tutti. «Stiamo celebrando un funerale, ma la vicenda di Cristina è un inno all'amore e alla vita - ha esordito don Carlo nella sua omelia - . Lei aveva scelto la professione di infermiera come missione, per essere davvero di conforto agli ammalati, e quando si è trovata costretta per sempre in un letto, ha continuato a manifestare il suo amore per la vita. Lievi movimenti delle palpebre e impercettibili sorrisi sulle labbra: piccoli ma inequivocabili segni che non sfuggivano certo ai suoi famigliari, altrettanto amorevoli nei suoi confronti». Una storia, quella della mamma di Loveno, che ha commosso un po' tutti e insegnato qualcosa di prezioso ad ognuno. E in tantissimi hanno voluto stringersi attorno alla famiglia, nella parrocchiale della frazione, per testimoniarle affetto. La dedica di una collega di lavoro, letta sull'altare in chiusura di cerimonia, ha descritto Cristina Corazzolla quando, da tirocinante, cominciava a frequentare le corsie d'ospedale: una ragazza desiderosa di imparare a fare l'infermiera per mettersi al servizio degli altri, sempre gentile e sorridente. Tutte qualità tipiche di chi ama la vita. Fino all'ultimo.

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