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Lunedì 07 Febbraio 2011
Cantù, imprenditore ucciso:
dopo sei mesi il caso è irrisolto
Antonio Aceto fu ritrovatoil 13 agosto scorso crivellato di colpi alla periferia di Cartegena, in Spagna - Sui killer dell'imprenditore, residente a Vertemate e per anni con un'attività a Vighizzolo, resta fitto il mistero
Quali piste stiano seguendo gli inquirenti iberici, non è dato sapere. Del caso si sta interessando sia il consolato italiano a Barcellona, competente per territorio, che la sede romana del ministero degli Esteri, la Farnesina. Nessun aggiornamento da quando è stato deciso il segreto istruttorio dalla Spagna, nelle ore immediatamente successive al delitto. Non è nemmeno chiaro se tale riservatezza sia stata sciolta. Ed è al momento impossibile capire se si stia seguendo una pista particolare. Se sono sott'occhio alcuni ambienti con cui magari è entrato in contatto l'uomo. Se ci saranno mai sviluppi per cercare di risalire ai colpevoli. L'aria che tira, per dirla all'americana, è quella di un «cold case»: un caso irrisolto.
Da parte italiana, comunque, si spera che presto possano arrivare nuove indicazioni. Tanti i nodi da chiarire. Il corpo di Aceto fu trovato crivellato da alcuni colpi d'arma da fuoco in una zona isolata, tra il borgo di Los Belones e un resort di lusso, l'Hyatt La Manga Club. Probabilmente un'esecuzione: lasciato a terra, steso a poca distanza dalla Fiat Panda rossa, quella usata solitamente da lui. La portiera del passeggero aperta. Le chiavi ancora inserite. Aceto era andato in Spagna per gestire un locale - a metà strada tra una pizzeria e un ristorante - sul Mar Menor. Con lui, un amico italiano, Antonio Esposito: un cuoco di Cantù, conosciuto in diversi locali della zona, che tuttora sarebbe in Spagna. E un terzo uomo: si sa solo che è italiano. Tutti e tre, si sarebbero dovuti impegnare nel mandare avanti l'attività. Aceto è morto. Esposito, poche settimane prima, è stato colpito da un infarto. «Negli ultimi quindici giorni, prima che lo uccidessero, Antonio era strano - aveva raccontato Esposito al nostro giornale a novembre, quando era rientrato in Italia per qualche giorno - capitava che nel suo tempo libero prendesse l'auto, e se ne andasse anche a settanta chilometri di distanza. Ma non so proprio cosa facesse: io e lui ci frequentavamo soltanto sul lavoro, nel ristorante dove fra poco tornerò per occuparmi della cucina».
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