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Martedì 08 Febbraio 2011
Università, si vota il campus
Ma è già pronta un'alternativa
L'idea dell'insediamento all'americana nell'area del San Martino a Como è a un bivio: dopo 24 anni di ipotesi e studi di fattibilità rischia di essere archiviata per sempre. Dite la vostra rispondendo al sondaggio sul nostro sito
«Per far rinascere Como dal punto di vista economico e culturale il campus è necessario. E non vorremmo che l'emergere di un'ennesima ipotesi di profilo più basso, cioè limitata al reperimento di alloggi, faccia passare per sempre nel dimenticatoio l'area del San Martino». Lo pensa il gruppo di studenti che si era attivato per contestare la riforma Gelmini e che ora è diventato una sorta di "laboratorio permanente". Ne tirano le fila Selene Lentini (rappresentante di Giurisprudenza), Niccolò Gaiani (sempre di Giurisprudenza) e Luca Colombo (Scienze). Ieri si sono ritrovati per stendere un documento sul campus, con il riassunto a beneficio dei ventenni di oggi di un dibattito che coinvolge la città da cinque lustri, e promuovere un sondaggio. Se otterranno un consenso significativo da parte dei loro colleghi, partiranno con una vera e propria campagna per sensibilizzare gli enti locali.
Le ipotesi alternative al campus (oltre a quelle già citate, la caserma De Cristoforis) sono affiorate nell'ambito delle commissioni che stanno cercando di tradurre in concreto le linee guida dello Studio Ambrosetti per lo sviluppo dell'Insubria. «L'idea del campus al San Martino non è stata abbandonata, ma quasi», afferma Federico Gilardoni, che rappresenta gli studenti in questo consesso, oltre che nel Senato accademico. «Sul campus - aggiunge - non si può dire "abbiamo scherzato", ma era un'idea valida in un contesto diverso, in una città vicina all'ateneo. Invece Como fatica ancora a "digerire" la presenza dell'università, quindi, se vogliamo che i comaschi si accorgano velocemente di noi, non è il caso di isolarci al San Martino». Gilardoni guarda a soluzioni che siano, per l'appunto, "veloci": «Anche la riconversione della caserma De Cristoforis non è una cosa che si fa dall'oggi al domani. La Diocesi, invece, ha degli spazi praticamente pronti. Nei prossimi giorni, grazie anche all'interessamento del nostro neo cappellano don Andrea Messaggi, organizzeremo un incontro per cercare un accordo».
Pietro Berra
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