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Giovedì 10 Febbraio 2011
"Ridaremo alla Tremonti
i due euro per i randagi"
Non si arresta la polemica animalista contro la consigliera comunale per le dichiarazione sulla soppressione dei cani non adottati. I volontari intendono restituire alla sorella del ministro i fondi "di sua competenza" destinati al canile
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Angiola Tremonti ha presentato in Comune richiesta per poter visionare la documentazione relativa ai bilanci della struttura consortile. Ha chiesto di poter scorrere cifre e costi, il numero di cani in entrata e in uscita, lamentando però di non avere avuto risposte adeguate. «Ho colto – ha sottolineato nel documento - che si va a spendere pro capite più di canile che di protezione civile». Affermazioni che hanno suscitato un vero e proprio putiferio. Tanto che sul suo blog, così come alla redazione del giornale, piovono reazioni indignate, soprattutto da parte dei tanti volontari dei sodalizi animalisti del territorio e non. E poi privati cittadini, tra argomentazioni civili e altre molto meno.
La diretta interessata, in seguito allo scoppio della bufera, ha ribadito che la propria posizione è dettata da motivazioni razionali - «Ci vuole coerenza. Non possiamo uccidere tranquillamente i polli da mangiare e scandalizzarci per i randagi da sopprimere che portano malattie» - e dal fatto che i canili spesso si trasformino in un business. Puntualizzazioni che non hanno placato gli animi. Le reazioni non si arrestano, anche se diverse nei toni e nei contenuti. Chi difende la dignità degli animali e il loro ruolo, «basti pensare ai cani per ciechi, ai cani che stanno vicini agli anziani», e poi «di quelli da salvataggio sotto le valanghe, i terremoti, i cani delle forze dell'ordine». E chi il lavoro dei volontari. Chi, buona parte, si arrabbia soprattutto per il fatto che l'appunto sulle spese arrivi da un politico, spesso confondendo i ruoli - tra assessore e consigliere - come se per i cittadini non importassero le differenze, tutti uguali insomma. Le reazioni più di pancia. Come quelle, violente, di chi usa espressioni ed epiteti censurabili.
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