Homepage / Como città
Sabato 12 Febbraio 2011
Gli autonomisti scaricano Bruni
"Non ci sentiamo in maggioranza"
Frigerio: "Sceglieremo come votare di volta in volta". La maggioranza perde pezzi, nuovi guai in vista per il sindaco di Como Stefano Bruni che in questo modo sarà sempre in bilico
Ma proprio i consiglieri “autonomisti”, a nemmeno 24 ore di distanza, scaricano clamorosamente il sindaco e smentiscono le sue parole: «Non ci sentiamo parte della maggioranza e decideremo di volta in volta come votare su ogni singolo provvedimento». Mani libere su tutto, insomma. Come dire: Bruni non conti su di noi. Senza i sette voti di Autonomia liberale, però, ogni singolo voto nell'aula di Palazzo Cernezzi sarebbe a rischio. Il sindaco, infatti, potrebbe contare solo sui 15 consiglieri del Pdl, sui 2 leghisti e su Carlo Ghirri (gruppo misto di maggioranza), mentre dall'altra parte ai 15 esponenti della minoranza si sommerebbero gli autonomisti, arrivando addirittura a 22. Il gruppo che ha raccolto ex Pdl ed ex “Liberi per Como” sa di essere l'ago della bilancia e a Bruni manda un messaggio chiaro: «Non garantiamo nulla, ci sentiamo totalmente indipendenti dalla maggioranza». Il capogruppo Piercarlo Frigerio, in una nota, spiega: «Nel corso di quest'ultima parte di mandato sceglieremo come votare in aula di volta in volta, valutando caso per caso le proposte presentate e promuovendo le nostre nell'interesse della città. Questa operazione, libera e autonoma, sarà condotta nel corso della discussione su qualsiasi tema, dal bilancio di previsione alle delibere riguardanti temi di urbanistica e progettazione dell'assetto cittadino futuro, così come per ogni altra proposta che arriverà all'attenzione dell'aula. Il nostro impegno è rivolto unicamente all'individuazione e al perseguimento di qualsiasi iniziativa che si muova nella direzione del bene dei cittadini, a prescindere dal colore politico». L'apertura di Bruni viene dunque rispedita subito al mittente. Ma anche il presidente del consiglio comunale, Mario Pastore (appartiene proprio ad Autonomia liberale), replica con durezza al sindaco (l'aveva definito «spesso polemico e apparentemente ostile», aggiungendo che «deve chiarire se sta con la maggioranza o con l'opposizione e trarne le conclusioni»). E tuona: «È per me motivo d'orgoglio non essere ricordato come persona vicina a Bruni, un amministratore che non pensa ad una più attenta cura della gente e dei suoi bisogni, non ha rispetto per il proprio mandato e non ha compreso il significato del ruolo che riveste. Ho quotidiano riscontro dell'apprezzamento della gente nei miei riguardi e questo è ciò che per me conta maggiormente. Ormai è dato a ciascuno sapere quale sia il modo di pensare e di operare di Bruni, che forse oggi accusa la “sindrome del reduce” e continua a preoccuparsi più di attaccare questa o quella persona, piuttosto che dedicarsi a cercare concrete e necessarie soluzioni per la città e i cittadini».
La maggioranza di Bruni scricchiola? L'opposizione coglie la palla al balzo: «La permanenza di Bruni come sindaco - commenta Luca Gaffuri, capogruppo del Pd in consiglio regionale - galleggia su una maggioranza instabile, appesa com'è alle decisioni del gruppo di Autonomia liberale, e alla Lega Nord che continua a sostenerlo facendosi andare bene ogni cosa e ingoiando ogni boccone. Ormai le critiche al sindaco arrivano dalle stesse fila del Pdl». E il capogruppo a Palazzo Cernezzi, Mario Lucini, rincara la dose: «Persino Giorgio Pozzi si è reso conto che quello che diciamo da mesi non è altro che la verità. Questa giunta che tanti danni ha causato alla città non è certo in grado di invertire la rotta. La logica del tirare a campare può solo peggiorare ulteriormente la situazione. Chi vuole il bene di Como non può che desiderare la chiusura di questa triste esperienza amministrativa».
Michele Sada
© RIPRODUZIONE RISERVATA