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Mercoledì 16 Febbraio 2011
Un malore salva anziano
dalla truffa dell'incidente
Cassina Rizzardi: «Ero al parcheggio del Bennet e ho sentito delle urla, un uomo che inveiva contro di me: ho sentito il battito cardiaco aumentare, stavo male». L'automobilista simulava un danno da tamponamento
«Questa volta però me la sono vista brutta, mi è pure venuta la tachicardia - scherza, ma fino a un certo punto, l'anziano di Luisago - Si vede che, chi da malintenzionato mi vede alla guida della mia Panda, immagina che devo essere un obiettivo facile perché è la seconda volta che tentano di truffarmi. L'altro pomeriggio ero al parcheggio del Bennet di Cassina Rizzardi e, quando un'automobile ha lasciato libero il parcheggio, ho preso il suo posto tranquillamente, spegnendo poi il motore. Dopo un istante ho sentito delle urla, un uomo che inveiva contro di me: l'ho guardato e ho fatto fatica a capire cosa stesse dicendo. Quando ho aperto la portiera e l'ho guardato, la sua veemenza è aumentata al punto che ho sentito il battito cardiaco aumentare, stavo male».
L'automobilista, stando al racconto del signor De Grandis, gridava dicendo: «Guarda cos'hai combinato alla mia auto! Non hai visto? Me l'hai danneggiata, ora paghi». L'anziano di Luisago, a quel punto, ha avuto bisogno di sedersi e di un aiuto: «La tachicardia era aumentata, avevo bisogno di soccorso ma non sapevo cosa fare: sono entrato nel Bennet dove una signorina mi ha fatto sedere e mi ha aiutato. Passata la tachicardia, con un uomo della sicurezza sono uscito nel parcheggio ma quell'uomo e la sua vettura si erano misteriosamente volatilizzati: in compenso, sulla fiancata della mia Panda, c'era una graffiata, quasi certamente prodotta con una spazzola di ferro, quella che usano i fabbri. A quel punto, anche su consiglio del personale della sicurezza del centro commerciale, ho telefonato ai carabinieri di Fino Mornasco raccontando cosa mi fosse accaduto».
«La mia speranza - conclude il suo ragionamento Pietro De Grandis - è che altri anziani come me non cadano in queste che sono vere e proprie trappole, come quella dello specchietto retrovisore rotto: quando avevo letto sul vostro giornale che prima di Natale sulla Briantea a Lipomo i carabinieri di Como avevano arrestato i responsabili di una truffa come quella dello specchietto, confesso che mi aveva fatto veramente molto piacere».
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