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Mercoledì 16 Febbraio 2011
Cabiate, tigna all'asilo
Tutta colpa di un gatto
Alcuni bambini sono stati contagiati, altri sono comunque rimasti a casa in via precauzionale. «Nessun allarmismo – spiega la coordinatrice dell'asilo, Chiara Cattaneo – se entro venerdì non si verificheranno più casi del genere, la scuola sarà ufficialmente fuori rischio contagio»
Innegabile, però, che attorno a questa vicenda si sia creato un po' di allarmismo anche se «i casi sono stati davvero pochi – prosegue la coordinatrice -: non mi sembra corretto dire quanti, ma assicuro che parliamo di poche unità». Il problema è nato settimana scorsa quando alcuni genitori, allarmati dal fatto che i propri figli soffrissero un forte prurito e in alcuni si fossero formati dei cerchiolini in testa con delle crosticine e conseguente perdita di capelli, hanno deciso di rivolgersi ai pediatri o ai dermatologi per un controllo. «Una volta accertato che si trattava di tigna – prosegue Chiara Cattaneo – i medici hanno denunciato l'episodio all'Asl che di conseguenza ha avvisato noi che proprio lo stesso giorno eravamo intenzionati a chiamarli perché ci sembrava di avere un caso sospetto». I passi successivi sono stati quelli di incontrare le famiglie dei bambini coinvolti: «È in questa fase di analisi che l'Asl ha trovato la causa e cioè il gattino ammalato che i proprietari non sospettavano avesse la tigna. Il contagio tra i piccoli molto probabilmente non è avvenuto a scuola, ma nelle ore pomeridiane quando si incontravano per giocare insieme tanto è vero che l'Asl alla scuola non ha prescritto nessuna profilassi: siamo stati noi, più che altro per scrupolo, a lavare tutti i giochi e degli indumenti che potevano essere venuti a contatto con i piccoli contagiati, ma nulla più». Per curare l'insorgere della malattia è stato sufficiente prescrivere un antibiotico da assumere per alcuni giorni: «Volendo i bambini ammalati avrebbero potuto tornare a scuola con la parte lesa coperta, ma le famiglie hanno preferito tenerli a casa: è stata una libera scelta perché noi eravamo pronti ad accoglierli».
Qualche altro genitore, però, a titolo precauzionale ha preferito tenere a casa il proprio bambino, anche se non malato: «Sì, qualcuno l'ha voluto fare, ma sono stati pochi casi. Oggi come oggi è più facile trovare delle informazioni mediche, per cui dopo un momento iniziale di perplessità – conclude Chiara Cattaneo -, i genitori hanno avuto una diligente presa di consapevolezza della situazione senza cadere nell'allarmismo, tanto è vero che l'attività della scuola non si è mai interrotta né l'Asl ci ha chiesto di farlo».
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