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Giovedì 17 Febbraio 2011
Autosilo da 4 milioni
Oggi è un colabrodo
«È stato costruito un colabrodo». Ha usato queste parole il presidente di Spt holding, Fabrizio Quaglino, durante la sua relazione alla commissione Patrimonio di Palazzo Cernezzi, per definire lo stato del parcheggio da circa 400 posti di via Castelnuovo a Como
La storia parte nel 1999 quando la ditta di Bari (Dinvest, poi Dec, sempre del gruppo De Gennaro) con un ribasso d'asta del 30% si aggiudica i lavori sbaragliando la concorrenza della comasca Nessi & Maiocchi. I lavori si trascinano per cinque anni con una serie di polemiche vista la lentezza con cui procede anche il cantiere per la costruzione di 70 alloggi sopra il parcheggio. Nel 2004 la conclusione delle opere, costate circa 4 milioni di euro, ma il collaudo, però, non è mai avvenuto perché il collaudatore si rifiutò di dare il via libera alla struttura che oggi, come ha chiarito Quaglino, «ha un'agibilità parziale». Il motivo? Continue infiltrazioni d'acqua che impediscono a Spt holding di utilizzare tutto il parcheggio. «È stato costruito un colabrodo - ha detto Quaglino - e se avessero realizzato un groviera sarebbe stato meglio. Oggi ci sono ancora danni notevoli da sistemare e l'ultima cosa che abbiamo rilevato sono le condotte con le pendenze contrarie. Abbiamo commissionato una relazione dettagliata con la stima di tutte le maggiori sostenute che è in fase conclusiva e poi presenteremo il conto all'azienda costruttrice».
Conto che, da quanto emerge, non sarà certamente inferiore ai 600mila euro di danni senza contare i mancati guadagni a causa della chiusura parziale della struttura per infiltrazioni d'acqua e di calcare. I problemi maggiori sono al piano zero del parcheggio e, ad oggi, è stato impossibile risolverli completamente: negli ultimi sei anni sono stati effettuati una serie di rattoppi. Ma la vicenda è arrivata alla stretta finale con l'arrivo alla presidenza di Quaglino che ha deciso di guardare nel dettaglio i conti del suo predecessore Gianandrea Gandola e di arrivare a lanciare l'ultimatum all'impresa. Spt holding è pronta a portare la vicenda in tribunale qualora l'azienda rifiutasse di riconoscere i danni quantificati dalla società che, ovviamente, chiede anche il risarcimento per le maggiori consulenze, per le ispezioni, per i sopralluoghi e i controlli approfonditi. Tutte spese contate singolarmente e che adesso verranno addebitate ai costruttori. Il conteggio dettagliato sarà pronto nei prossimi giorni e verrà inviato alla società di Bari come primo passo che potrebbe poi arrivare in tribunale.
In assenza dei lavori necessari per risolvere il guaio delle infiltrazioni d'acqua, dei tubi pieni di cemento e delle pendenze, è infatti impossibile sperare in un collaudo definitivo della struttura, che rimane a tutti gli effetti con agibilità ridotta. I danni non erano stati riscontrati solo nell'autosilo, ma anche in alcuni dei 70 appartamenti. Complessivamente Comune e Spt holding per riqualificare l'ex deposito di via Anzani hanno investito qualcosa come 10 milioni di euro.
Gisella Roncoroni
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