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Sabato 19 Febbraio 2011
Alberi da abbattere
Indaga la procura
Il sacrificio delle sedici piante del lungolago sull'altare delle paratie non convince la procura di Como. Nuovo giro negli uffici del palazzo di giustizia lariano per Antonio Viola, dirigente di Palazzo Cernezzi nonché direttore dei lavori per la controversa opera di difesa dalle esondazioni.
Il funzionario dell'amministrazione cittadina è stato convocato, in qualità di persona informata sui fatti, dal pubblico ministero Simone Pizzotti, titolare del fascicolo aperto un anno e mezzo fa in seguito alla segnalazione di un cittadino - Innocente Proverbio - dell'improvvisa comparsa del muro oscura-lago. La convocazione è scattata dopo che lo stesso Viola, nel corso di un sopralluogo sul cantiere delle paratie aveva dichiarato: «Ci sono sedici alberi tutti da abbattere, così prevedeva il progetto. Adesso vedremo cosa fare».
Nel mirino delle motoseghe ci sono i tigli che fanno - per ora - bella mostra di sé tra il chiosco, quasi a ridosso di piazza Matteotti, e l'inizio della darsena. Sul nodo degli alberi della passeggiata a lago si era già espresso il consiglio comunale quando, un anno fa, votò all'unanimità una mozione presentata da Bruno Magatti, consigliere della lista Paco, che impegnava il sindaco tra l'altro a «chiedere la supervisione di un agronomo affinché i filari di tigli sulla passeggiata vengano salvaguardati» e questo in quanto la pavimentazione rialzata, alla chiusura del cantiere, è destinata ad andare a coprire parte del fusto delle piante.
Un tema, quello della sorte dei tigli, che sembra stare a cuore al pubblico ministero titolare dell'inchiesta, che tra l'altro sul cantiere paratie ha già inviato alla Corte dei Conti copia delle conclusioni dei suoi consulenti che non lesinano critiche e appunti circa l'operato non solo dell'amministrazione, ma anche di ministero e Soprintendenza. Sul tema tigli, in ogni caso, c'è chi ha fatto notare che in un recente passato sono già stati tagliati sette alberi all'inizio di viale Geno, dopo l'apertura del cantiere su quell'area.
Per Antonio Viola non è la prima convocazione in procura - esclusivamente in qualità di persona informata sui fatti - per discutere dei lavori del progetto antiesondazione del lago di Como. Lo scorso novembre, oltre al direttore dei lavori, il pubblico ministero sentì a lungo anche Antonio Ferro, responsabile unico del procedimento, additati entrambi come i responsabili dell'edificazione (con successivo abbattimento, dopo sollevazione popolare) del muro cancella-lago, assieme all'ex assessore ai Lavori pubblici Fulvio Caradonna, che proprio su quel muro cadde e fu costretto a dimettersi. Un'inchiesta tuttora aperta e che, da un paio di mesi, corre parallela a un fascicolo della Corte dei conti.
Paolo Moretti
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