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Domenica 20 Febbraio 2011
Eldor assume ingegneri,
manager e tecnici tutti cinesi
Chi l'ha detto che le imprese italiane non assumono più? Per quelle che guardano a Oriente, e che hanno intenzione di operare o già operano in Cina, la caccia alle nuove leve è tutta aperta. Le prede, però, sono giovani con conoscenza della lingua e della cultura sia italiana che cinese e la disponibilità a trasferirsi. Anche subito.
È questo il tipo di candidati che cerca Eldor, società di Orsenigo che sta aprendo un nuovo sito produttivo in Cina e che, per renderlo funzionante, sta cercando risorse tagliate per la missione. Candidati che abbiano la stoffa necessaria, ma anche che conoscano bene il mondo in cui dovranno operare.
«Il nuovo sito, la cui produzione sarà destinata esclusivamente al mercato cinese, sarà una azienda interamente nuova, per cui stiamo selezionando ruoli di ogni tipo: si va dai tecnici produttivi ai responsabili del controllo qualità, dagli ingegneri meccanici e gestionali ai laureati in economia e commercio e in lingue - spiega Andrea Durante, chief financial controller -. In totale abbiamo in programma di assumere una quindicina di persone».
Ce n'è per tutti, quindi. E ce n'è subito: il sito, basato nella bella città marittima di Dalian, vicino al confine con la Corea del Nord, aprirà all'inizio del 2012.
Per cercare giovani che corrispondano al profilo richiesto, Eldor ha messo in campo varie strategie: dall'incontro con le università italiane in cui si studia cinese agli incarichi a head hunter che hanno contatti con chi lavora in Cina. Fino alla partecipazione al Career Day: la giornata (organizzata a Milano dalla Fondazione Italia-Cina il 16 febbraio) dedicata all'incontro tra aziende italiane che operano in Cina e laureati e studenti cinesi iscritti alle università italiane, oppure cresciuti in Italia da genitori immigrati.
Con Eldor, a incontrare più di 160 potenziali candidati c'erano oltre 20 aziende provenienti da ogni parte d'Italia e dai più diversi settori, tra cui nomi famosi come Ferragamo, Pirelli, Iveco, Lavazza e Luis Vuitton. Tutti a caccia di giovani cinesi formati in Italia, o di italiani che conoscano davvero la Cina e il cinese.
Conferma Durante: «Stiamo ricercando personale cinese che abbia una buona conoscenza della cultura occidentale e che abbia studiato in Italia o in Europa, oppure cinesi di seconda generazione, che siano cresciuti nel nostro Paese, in modo da rendere semplice il dialogo sul lavoro. Naturalmente, andrebbero bene anche italiani che sappiano bene il cinese e abbiano esperienza del Paese. È fondamentale però che siano disposti a trasferirsi laggiù. Li cerchiamo giovanissimi, per formarli noi direttamente».
Nessuna speranza per chi, sapendo il cinese, non volesse partire? «L'unica posizione che forse apriremo e che non sarà destinata alla Cina (pur richiedendo la conoscenza del cinese) è quella per un ruolo di coordinamento tra Orsenigo e Dalian, con il compito di seguire l'andamento dell'azienda in Cina. Per la gestione delle risorse umane, invece, cercheremo direttamente candidati cinesi in loco».
Emma Lupano
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