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Giovedì 24 Febbraio 2011
Como senza carri
Non sa più divertirsi
Crisi, grandi opere al palo e salta pure la sfilata di Carnevale. Il presidente della Pro loco: "Città chiusa a riccio". Nessuno dà fondi"
Il problema contingente: la Pro Loco non organizza la grande sfilata di Carnevale, quest'anno, ma è solo un sintomo del momento difficile: la crisi generale, le grandi opere al palo, soprattutto paratie e Ticosa in fase di stallo. «Una sfilata come quella che organizziamo da sempre costa 25mila – 30mila euro. Basta pensare solo ai costi, 50 euro a giornata, per gli studenti che danno una mano ad allestire le transenne – conteggia il presidente – I contributi del Comune coprono circa il 20% del fabbisogno: l'anno scorso, ci ha erogato 7.500 euro, oltre ad una vecchia tranche dei precedenti Carnevali. Quest'anno abbiamo scritto una lettera, rendendoci indisponibili per organizzare l'edizione 2011. Siamo stati interpellati i primi di gennaio. Era troppo tardi e i finanziamenti carenti. Altri sponsor? Il Comune di Campione non contribuisce più; la Camera di Commercio risponde che i finanziamenti alla Pro Loco non rientrano negli scopi istituzionali; commercianti e privati non hanno mostrato interesse alla manifestazione. La città è chiusa a riccio». Con il pensiero, l'avvocato sfoglia 30 anni di medaglie, cioè di iniziative a favore della città, innanzitutto, il jazz club «che mi hanno fatto chiudere». La Pro Loco ha portato artisti come Katia Ricciarelli al Sociale, le estati in piazza Cavour e in San Fedele, «ma il suolo pubblico – precisa Cioce - va pagato». Il suo refrain: non voglio far polemiche, non voglio buttare benzina sul fuoco. La commissione comunale Turismo e Cultura intende convocarlo, è già stato convocato due anni fa e gli è sembrato di essere chiamato a processo. Un tempo, lo Statuto prevedeva che in consiglio direttivo entrassero tre consiglieri comunali, due della maggioranza e uno della minoranza. Non c'è più quell'articolo dello Statuto e le aspettative erano di altro genere: «Le istituzioni non mi hanno più aiutato e in Comune non c'è più spazio», sottolinea l'avvocato. Chissà quando si è interrotto il filo che sembrava così forte, negli anni '80 e '90, tra istituzioni e Pro Loco, associazione che in tutti i paesi del Comasco è attivissima, tra sagre, feste, fiere e varia umanità. Como vive d'altro. «Noi riceviamo qualche contributo dall'amministrazione provinciale – conclude l'avvocato Cioce – e io sono stanco di dicerìe, perché nonostante i problemi personali, con gli altri miei collaboratori, mi sono sempre dedicato alla mia attività di volontario con abnegazione». Ogni mattina, confida, ringrazia Dio perché vede un nuovo giorno.
Maria Castelli
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