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Martedì 01 Marzo 2011
Razzia di rame in cantiere
Due arresti ad Albate
Cinquanta metri di grondaie piegate nell'auto: fermati e condannati un ventenne e una 42enne di Mariano Comense
Il fenomeno dei furti di rame, negli ultimi anni, ha assunto proporzioni davvero considerevoli, anche in provincia di Como, dove polizia e carabinieri hanno eseguito moltissimi arresti, in qualche caso anche a carico di persone quasi insospettabili ma attratte irresistibilmente dalla possibilità di guadagnare qualche soldo con uno sforzo spesso minimo. Grezzo o lavorato, il rame vale tra i sei e i dieci euro al chilo, anche se l'attuale crisi libica ne ha determinato un ribasso piuttosto importante. Negli ultimi anni in Italia se n'è rubato tantissimo. Non esistono dati precisi, e meno che mai dati provinciali, ma le cronache sono zeppe di episodi spesso molto simili tra loro. Lungo le linee ferroviarie di Trenitalia si sono registrati centinaia di furti, tanto che in due anni, tra il 2008 e il 2010, Trenitalia ha lamentato perdite per dieci milioni di euro. Incursioni si sono verificate anche all'interno di cantieri e di centrali elettriche, da dove in qualche caso sono sparite intere bobine, per non dire di Enel e Telecom, altri gruppi martoriati dal fenomeno. Definito non a caso «oro rosso», il rame ha un altro vantaggio: si piazza con grande facilità. Chi lo acquista di rado chiede da dove proviene. In altre parole non è tracciabile, garanzia di guadagno e di impunità pressoché assoluti.
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