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Mercoledì 02 Marzo 2011
Mariano, il centro commerciale
crea una frattura dentro la Lega
Il Carroccio al centro della bufera: il coordinatore cittadino leghista Restani si schiera dalla parte dell'ex assessore Cerati che nei giorni scorsi aveva rassegnato le dimissioni in segno di protesta contro l'idea ventilata dalla stessa maggioranza di creare una struttura di grande distribuzione
L'ex assessore, quindi, non è solo: Restani sta dalla sua parte ufficializzando così una spaccatura interna alla Lega Nord mai registrata prima, almeno a Mariano Comense. Perché se da una parte ci sono loro due, dall'altra si pongono il sindaco Alessandro Turati («nulla è stato deciso») e il gruppo consiliare (nelle persone di Andrea Anzani, Mauro Cazzaniga, Claudio Radaelli, Sergio Rovagnati, Massimiliano Stigliano e Angelo Fumagalli) che tramite il portavoce Fumagalli ha ribadito che faranno fede soltanto gli indirizzi del Pgt sottoscritti dai 14 esponenti di maggioranza (6 consiglieri della Lega e 8 del Pdl) nei quali, appunto, si accetta di prendere in esame la grande distribuzione in un'area che attualmente il piano regolatore vigente destina a media distribuzione.
«A Mariano dovremmo ritenerci fortunati di non avere centri commerciali - incalza Restani -, visto che siamo circondati da quelli di Cantù, Lentate e Giussano: chi ne sente il bisogno? In città credo proprio nessuno anche perché non c'è bisogno di fare uno studio, e quindi spendere altri soldi, per capire che tipo di conseguenze in termini di impatto ambientale, inquinamento e caos viabilistico porterebbe una struttura del genere: un vero e proprio sconquasso. E poi parliamoci chiaro: siamo a meno di 400 metri dal centro cittadino, quando invece tutte le altre strutture sono state create all'esterno di questi ambiti e quindi non è difficile ipotizzare quali conseguenze devastanti avrebbe anche sui negozi di vicinato». Perché per Restani imprescindibile è un principio: «Bisogna tornare a far rivivere il cuore di una città altrimenti senza un luogo dove incontrarsi, avere dei servizi, fare dello shopping di qualità, una piazza a cosa serve? Niente: diventa una semplice strada e man mano si perde l'identità di un luogo».
Posizioni forti quelle di Restani e di Cerati, tanto che viene spontaneo chiedersi come mai il “bubbone” leghista sia scoppiato solo ora: possibile che nelle riunioni di sezione non si sia mai parlato dell'ipotesi di un centro commerciale? «Certo, non è stato un fulmine a ciel sereno - conferma il coordinatore cittadino -: a un certo punto si è capito che dalla media distribuzione si stava passando alla grande distribuzione, una cosa diversa da quello che si era sempre detto e non in linea con l'idea politica del Carroccio in generale. Cerati e io la pensiamo in un modo e il gruppo in un altro? Il confronto è aperto: cercheremo di affrontare il dibattito in maniera pacata».
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