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Mercoledì 02 Marzo 2011
Cantù, la protesta dei tassisti:
"Siamo vittime della piazza"
Dopo la creazione dell'isola pedonale nel centro cittadino, sono stati costretti a trasferirsi in via Corbetta, una stradina defilata. "Da quando siamo qui, i clienti si sono dimezzati - rivelano i taxi driver -; il comune deve farci tornare dove eravamo, sulla piazza Garibaldi"
C'è poi un altro problema. I tassisti ricevono le telefonate su un vecchio apparecchio del 1955. Un pezzo di modernariato della comunicazione. Sportellino di metallo verde, la scritta «taxi» in bianco, sonoro che va in interferenza. «Non è possibile - dice sempre Ventura -; a Mariano, il comune paga il telefono al tassista. Mentre qui, a Cantù, siamo noi a dover sborsare 62 euro ogni due mesi, per un telefono che riceve soltanto ed è da cambiare».
Tramontati, i tempi in cui si lavorava parecchio grazie al movimento nella Città del Mobile. «Anche se qualche ditta del legno chiama ancora - riferiscono - garantiamo spostamenti da Cantù agli aereoporti di Milano e Malpensa. E le stazioni. C'è anche chi chiede un passaggio al centro commerciale, per 5 euro. I clienti stranieri, arabi e cinesi, lasciano la mancia». Niente servizio notturno. A Cantù, il taxi si trova dalle 8 alle 18. «Ma di notte non si lavora - ricorda Lastrucci - solo ubriachi». E qui la piazza non c'entra.
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