Cemento, studio shock
Trentamila case invendute

Una valanga di cemento inutile in città e in provincia entro il 2018. E' quanto emerge da una ricerca svolta dal Politecnico e dalla Cisl secondo cui mancheranno invece all'appello appartamenti di edilizia sociale e convenzionata

COMO - Costruire molto meno e ribaltare i caratteri dei nuovi quartieri a Como e provincia, incrementando fortemente la presenza di edilizia sociale e convenzionata. È quanto emerge da uno studio commissionato dalla Cisl al Politecnico, presentato ieri dal docente del dipartimento di architettura e pianificazione Antonello Boatti nel corso del convegno “Quante case per quali domande”. Lo studio anticipa quello che accadrà da qui al 2018 in Como e provincia: tra sette anni saranno stati costruiti 30.000 appartamenti a prezzo di mercato in eccedenza rispetto la domanda, mentre mancheranno all'appello 20.350 appartamenti di edilizia sociale e 12.450 di edilizia convenzionata.

Per l'edilizia sociale (le case popolari) sono state considerate le famiglie con reddito netto inferiore ai 17.000 euro se monoparentali o ai 20.000 euro se coppie. Per l'edilizia convenzionata (per cui si percepisce dagli enti pubblici un sussidio che integra la rata del mutuo o dell'affitto) le famiglie con reddito inferiore ai 40.000 euro. Per l'edilizia libera quelle con reddito superiore ai 40.000 euro. Andando a scomporre i dati viene evidenziato come le 30.000 abitazioni in eccedenza nell'edilizia libera siano il frutto della somma algebrica di: 12.250 abitazioni già in avanzo nel 2008, cui se ne devono sommare 26.210 di nuova costruzione da qui al 2018, sottratte 8.370 case che verranno richieste dal mercato nei prossimi sette anni. Scorporando il solo dato di Como città emerge che nel 2018: 4.500 saranno le domande di abitazioni popolari inevase, 2.430 le abitazioni mancanti per l'edilizia convenzionata, con un eccesso di 2.500 case a prezzo di mercato.

Tornando a volgere lo sguardo all'intera provincia, a fronte di una popolazione superiore alle 580mila unità, si prevede che 62.329 persone cercheranno una nuova casa: 25.279 faranno ricorso all'edilizia sociale (40,56%), 18.639 (di cui 4.632 in affitto) a quella convenzionata (29,90%), 18.411 a quella a prezzi di mercato (29,54%). La domanda di casa formulata da 62.329 persone così si comporrà: 23.209 per matrimonio; 6.963 per convivenze; 4.412 per separazioni; 2.780 per divorzi; 5.881 da single; 614 da studenti; 2.278 da single anziani; 8.652 da stranieri. La presentazione dello studio è terminata con una citazione del cardinale Dionigi Tettamanzi: «Il lutto e la sofferenza di Cristo sono in chi non ha da tempo un'abitazione dignitosa per sé e la propria famiglia e si sente umiliato nel vedere sorgere palazzi di lusso nei quali non potrà mai abitare».

Al termine, la segretaria territoriale della Cisl di Como, Luisa Romano, è intervenuta per chiedere politiche in grado di soddisfare la crescente domanda di edilizia popolare e convenzionata. Ne è seguita una tavola rotonda sul tema alla quale hanno partecipato Enrico Cenetiempo, assessore al Patrimonio del Comune di Como, Alessandro Turati, presidente Aler Como, Valentino Carboncini, presidente Associazione nazionale costruttori edili, Giuseppe Cosenza, dirigente del settore territorio della Provincia, Silvano Molteni, Cooperativa edificatrice di Como, Alfredo Napoli, segretario della Filca, con conclusione tratte dal segretario della Cisl, Fausto Tagliabue.
Luca Marchiò

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Eco di Bergamo La capitale del cemento