"Ennesima beffa ai canturini:
ripagheremo la rete del gas"

Vittorio Spinelli lancia l'allarme in commissione, mentre prendono il via i preliminari per l'affido della gestione del servizio per i prossimi 12 anni: si dovrà pagare un 8% annuo del valore delle reti ad Acsm

l.barocco

CANTU' Un'opportunità per il Comune, per avere vantaggi pratici ed economici nell'ambito del servizio di distribuzione del gas. Ma da cogliere in fretta. Anche perché tempo non ce n'è. O secondo Vittorio Spinelli (nella foto) di Ulivo per Cantù, l'ennesima occasione per tornare a dolersi delle «scelta scellerata di svendere il ramo gas della Canturina servizi». Si è tornato a parlare della municipalizzata, l'altra sera in commissione Affari generali, per discutere dell'affidamento in concessione del servizio pubblico locale di distribuzione del gas naturale. In pratica, di affidare a un gestore, per i prossimi 12 anni, questo servizio, predisponendo quanto prima una gara ad evidenza europea. Gara che l'amministrazione ha deciso di bandire trovandosi a un bivio. Da una parte potrebbe infatti proseguire concedendo l'appalto del servizio ad Acsm Agam con un'altra proroga, dopo quella dell'anno passato stabilita alla scadenza della concessione dell'affidamento, in attesa che divengano realtà i cosiddetti Atem, ambiti territoriali minimi per lo svolgimento delle gare per l'affidamento del servizio di distribuzione del gas, con un bacino d'utenza di almeno 300 mila abitanti. Quello che sta già accadendo per l'acqua, insomma. Oppure le amministrazioni locali possono procedere alla predisposizione delle gare e alla rinegoziazione dei contratti, che, potenzialmente, potrebbe portare vantaggi per i Comuni e per i cittadini. In piazza Parini si opta per questa seconda opportunità, tanto più che una volta entrati in vigore i decreti attuativi del cosiddetto decreto Letta le condizioni economiche potrebbero peggiorare, andando a intaccare i 500.000 euro annui che il Comune incassa dal gestore. Per questo si è deciso di portare immediatamente la questione in consiglio comunale, consiglio che dovrebbe già essere stato fissato per martedì, visto che a breve questa opzione non sarà più possibile. Opzione già scelta da Monza e con la quale si trova alle prese anche Como. Di fatto, come conferma il segretario generale Andrea Fiorella, il passaggio di fronte all'assemblea comunale non sarebbe obbligatorio per legge, trattandosi di un contratto di servizio, ma vista l'importanza della questione in consiglio ci andrà. L'ha chiesto espressamente, il centrosinistra: «In concreto si dovrà pagare l'8% annuo del valore delle reti ad Acsm che ne è proprietaria - dice Vittorio Spinelli - Il che significa che in una decina d'anni si sarà praticamente pagato per intero o quasi un impianto ormai non più certo nuovo. Nessun investimento per il Comune, ma l'ennesima beffa per i canturini». Tecnicamente, questo canone per l'utilizzo delle reti non sarà pagato direttamente dal Comune, ma dal gestore che si aggiudicherà il servizio al quale verrà richiesto. E se fosse Acsm, ben poco cambierebbe in città. La preoccupazione di Spinelli è che l'operazione non porti con sé svantaggi o un'ulteriore colpo alle casse cittadine: «L'impressione e soprattutto il timore è che i canturini si trovino a patire un ulteriore danno dopo la scelta sciagurata che ci vide letteralmente svendere il ramo gas. E' necessario e doveroso che questa operazione passi in consiglio, visto che si parla di affidare il servizio per 12 anni, e questa amministrazione è in scadenza di mandato».

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Giovedì 03 Marzo 2011

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