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Sabato 05 Marzo 2011
Comune sveglio vent'anni dopo
Quattromila lettere sui condoni
A Como in esame pratiche del 1985. Già recuperato mezzo milione di euro. Le pratiche dei condoni si trasmettono dai padri ai figli
Il caso si conclamò un anno e mezzo fa: l'assessore all'Edilizia privata, Maurizio Faverio, scoprì che il Comune non si era curato di chiudere le pratiche di condono sopravvenute negli anni. Opere abusive in quantità assortita ora sono trattate con un maxi progetto che le porterà ad esaurimento nel giro di qualche anno. Un progetto che costa 23.000 euro alle casse comunali e che ha già consentito di incassare 530.000 euro di oneri pregressi. Come dire, un investimento che ha reso il 1000%.
Infatti, l'operazione «condono arretrato» è stato affidato ad un giovane ingegnere, Luca Baccaro, pure laureato in giurisprudenza, cinque collaboratori, che ha messo a punto un programma informatico con il quale ricostruisce la situazione sullo stato degli atti e calcola gli oneri. Quindi, vengono emessi gli avvisi ai cittadini. Il progetto è iniziato a giugno del 2010: sono state evase 200 pratiche relative al condono 2004; 100 pratiche sul 1994 e un centinaio sul 1985. Lo smaltimento degli arretrati procede a ritroso: prima quelli di sette anni fa, poi il 1994 e per il 1985, la precedenza è data alle richieste che sopravvengono nell'ambito di compravendita di immobili. Il problema che si pone: dapprima, perviene l'avviso di emanazione di permesso edilizio in sanatoria, con la richiesta di versamento di oneri di urbanizzazione e delle quote commisurate ai costi di costruzione. Effettuato il versamento, nuovo avviso, con la richiesta di versamento dei diritti di segreteria, nuovo bollettino, nuova coda in posta. Per questioni di programmi computerizzati, uno riferito al settore tecnico e l'altro al settore amministrativo, non è possibile assolvere in un'unica fase: vanno spedite due lettere, vanno affrontate due code per due versamenti. La procedura è così. Per il cittadino, è burocrazia, cioè un inutile giro di scartoffie. Ma non è ancora la sostanza. Il piatto forte è un altro: i costi per il cittadino. In ventiquattro anni, sono triplicati, i tre milioni di lire di oneri e di sanzioni sono diventati 4500 euro che sono nove milioni di vecchio conio. Per disposizione dell'assessore e su suggerimento dell'ufficio, è possibile la rateizzazione per importi superiori ai 1000 euro. Un'organizzazione che non farebbe una grinza, se non fosse per l'inadempienza originale, la mancata lavorazione delle pratiche. Il cittadino ha commesso un abuso, l'ha confessato, ha chiesto di essere multato per sanarlo. La macchina comunale s'è presa tempo: doveva aspettare l'inventore dei programmi. E un assessore che lanciasse la sfida.
Maria Castelli
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