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Sabato 12 Marzo 2011
Il cubo di via Regina
Arriva la Soprintendenza
Il «cubo» tra la basilica di Sant'Abbondio e il cimitero maggiore a Como: interviene la Soprintendenza ai beni culturali, architettonici e paesaggistici per una verifica. «Sto esaminando la documentazione fotografica di cui dispongo - afferma il soprintendente, Alberto Artioli - e verificherò per quanto è di nostra competenza».
I tecnici spiegano, prima di tutto, che questo non significa inedificabilità e, secondo, la millenaria basilica, simbolo della cristianità comense, a partire dall'800, è stata soffocata da una serie di elementi che ne hanno chiuso la visuale. È un monumento «aggredito» da anni di interventi che si sono susseguiti, la ferrovia, la Ticosa, l'impianto di depurazione, l'ampliamento del cimitero, edificazioni private e neppure quando sono stati fatti i piani particolareggiati e di tutela del centro storico e dei borghi, dagli anni '70 in avanti, la zona di Via Regina e la presenza della basilica sono state considerate. C'era già molto. Solo l'anno scorso, di fronte al progetto di edifici del nuovo e naufragato quartiere ex Ticosa, divampò il problema dell'oscuramento della visuale della basilica. Ma fu forse l'unica volta nella storia. Il «cubo» è uno degli esiti e neppure il maggiore del piano regolatore del 2001 e dei successivi provvedimenti: le norme tecniche d'attuazione hanno consentito di abbattere edifici industriali e di ricostruire con la stessa volumetria e lo stesso ingombro nuovi edifici residenziali. Quindi, secondo i tecnici, gli interventi ad alto indice e ad alto impatto rientrano perfettamente nelle norme, fatte con l'obiettivo di promuovere l'economia e lo sviluppo della città che era fermo da molti anni, numerosi i siti ex industriali da recuperare, piccoli e grandi. Per questo, nessun tecnico è sorpreso dalla costruzione di via Regina: ha un padre nel piano regolatore in vigore finchè non sarà operativo il nuovo piano di governo del territorio, atteso da lungo tempo. Ma il fabbricato a cubo, che poggia sul muro di cinta a filo della strada non poteva essere arretrato? Risposta negativa: l'avanzamento fino al filo della strada è un diritto acquisito perché è una costruzione su demolizione di pre-esistenze, le condizioni non sono cambiate e dunque è conforme. In tema urbanistico edilizio, conta la conformità alle norme, non l'inserimento nel contesto. Per questo, niente può essere definito un inserimento fuori luogo.
Maria Castelli
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