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Giovedì 17 Marzo 2011
"Ditte italiane escluse
dalle gare pubbliche"
La Lovers e la Tessitura Majocchi denunciano: limiti di prezzo non compatibili con i costi di produzione europei. Secondo Poste italiane, per vestire da capo a piedi un portalettere servono 210 euro d'inverno, e 107 d'estate. Sono due somme che comprendono giacche a vento, pantaloni, camicie, maglioni e capellini. Le aziende possono spedire le loro proposte di vendita entro lunedì 21 marzo. Avrà la commessa chi riuscirà a proporre un prezzo più basso avendo come massimo 210 e 107 euro.
Tornando alla fornitura per le poste, la Lovers e la Majocchi con carta e matita fanno due conti. Ma il risultato non torna: «Il costo industriale - spiega Schiatti - di un prodotto come quello richiesto da Poste italiane è di almeno 273 euro per il completo invernale e di 138 per quello estivo. Meno di così non si può fare. È impossibile, in nessuna fabbrica europea si riesce a produrre un completo di questo tipo con un costo più basso». C'è una differenza del 30%, tra quanto richiesto dalla Spa partecipata dal ministero dell'Economia e delle finanze e quanto dicono di poter offrire le due imprese lariane. Il paradosso è stato denunciato in una conferenza stampa tenuta all'Api di Lecco, alla quale ha partecipato anche il presidente dell'associazione delle piccole imprese Riccardo Bonaiti.
Se - come sostengono i due imprenditori - nessuno in Europa può far meglio, significa che i paletti del bando delle Poste sbarrano la strada a qualsiasi fornitura italiana ed europea. «Ma - precisa Schiatti - la normativa di Bruxelles prevede che le gare d'appalto consentano la fornitura solo di prodotti realizzati nei paesi del Gatt che riconoscono la reciprocità di trattamento con l'Europa. In questo elenco non ci sono Cina, India, Tunisia». E offerte con ribassi del 30% o superiori al costo industriale stimato da Lovers e Tessitura Majocchi fanno pensare a forniture in arrivo dalla Cina o da qualche altre paese asiatico. «Di fronte ad una situazione come questa - sottolinea Andrea Terracini, titolare della Majocchi - non abbiamo nessuna protezione. Non ci sono strumenti che tutelino le produzioni realizzate secondo le normative in tema di ambiente, di sicurezza, di lavoro richieste in Europa. Non ci si può difendere e le aziende italiane vengono escluse da appalti importanti, con gravi perdite economiche e possibili ricadute sui livelli occupazionali. Non chiediamo di tornare al protezionismo, ma il rispetto delle regole lo pretendiamo».
Gianluca Morassi
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