Frontalieri a rischio
Incombe il numero chiuso

Campagna elettorale della Lega dei ticinesi: «Massimo 35mila». Oggi sono tredicimila in più

p.berra

COMO - Numero chiuso dei frontalieri in Canton Ticino. Non più di 35.000 e adesso sono 48.000, con una crescita del 5,6% su base annua nell'ultimo trimestre. Il numero spicca su manifesti elettorali della Lega dei Ticinesi, apparsi in questi giorni nella zona di frontiera, fino ad un passo della dogana di Chiasso: «Lavoro ai Ticinesi - dicono - frontalieri, non più di 35.000» e come questo obiettivo possa essere raggiunto senza svuotare fabbriche e servizi è stato ripetuto più volte, in tempi recenti e prossimi da Giuliano Bignasca, il leader della Lega del Vicino Cantone: assumendo manodopera e professionalità locali. E in Svizzera non è una posizione isolata: ha destato riflessioni, domenica scorsa, il risultato delle elezioni comunali nel Canton Ginevra, un altro cantone di confine dove lavorano soprattutto Francesi. Il movimento antifrontalieri, il populista Mouvement Citoyens Genevois, Movimento cittadini ginevrini, sarà rappresentato in 17 Comuni contro i tre precedenti, per 53 seggi contro 12. A Ginevra, ha fatto ingresso in consiglio comunale con 11 consiglieri su 80, a scapito degli altri partiti, socialisti, liberali radicali e Verdi. Un precedente in vista delle elezioni cantonali per le elezioni del parlamento ticinese che si terranno fra tre settimane, il 10 di aprile? Di sicuro, la Lega Ticino ha definito «una fregnaccia» lo studio dell'Ire, Istituto di ricerche economiche, che ha messo in evidenza come i frontalieri non portino via il lavoro ai ticinesi e resta contraria alla libera circolazione dei lavoratori. Tra le richieste, anche quella di rivedere il sistema dei ristorni fiscali: le imposte prelevate sul salario dei frontalieri in Canton Ticino sono riversate per il 38,5% all'Italia ed è una manna per i Comuni che hanno una percentuale di frontalieri superiore al 4% della popolazione attiva. Per il 2009, ultimo dato disponibile, si tratta di 15 milioni di euro e, poichè i frontalieri nel frattempo sono aumentati e il cambio è favorevole per il franco, la cifra sarà superiore nel 2010. E' pur vero che i Comuni non hanno gettito sul reddito da lavoro dei frontalieri, non applicano l'addizionale comunale Irpef su una parte dei propri cittadini contribuenti, ma bisogna verificare caso per caso da quale parte pende la bilancia: sono più pesanti i ristorni o è più pesante l'addizionale che può essere aumentata con il federalismo fiscale municipale? La Lega dei Ticinesi fa quadrato: è ora di dare un taglio ai ristorni dei frontalieri, ripete e chiede di portare la percentuale al 12,5%, come è sancito negli accordi tra la Svizzera e l'Austria, successivi a quelli con l'Italia, firmati nel 1978. Prima di rivedere questi accordi, dicono però i partiti storici, devono essere normalizzati i rapporti tra Svizzera e Italia, turbolenti da tempo, cominciati con lo Scudo fiscale, la conferma della Svizzera nella black list dei paradisi fiscali e la recrudescenza della normativa per le imprese d'Oltreconfine che vogliono operare in Italia.
Maria Castelli
[email protected]

Homepage / Como città

Sabato 19 Marzo 2011

Frontalieri a rischio
Incombe il numero chiuso

p.berra

Sezioni

Settimanali

Territorio

Sport

Chi Siamo

Servizi

Homepage / Como città

Sabato 19 Marzo 2011

Frontalieri a rischioIncombe il numero chiuso

p.berra

Frontalieri a rischio
Incombe il numero chiuso