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Lunedì 21 Marzo 2011
Paratie, Caradonna convocato
dalla guardia di finanza di Como
I costi lievitati come un indigesto soufflé. L'avveniristico progetto di una barriera invisibile contro il lago magicamente trasformato in una serie di assi da piazzare manualmente in caso di rischio esondazione. Il pasticcio del muro. Di questo e tanto altro l'ex assessore ai lavori pubblici di Palazzo Cernezzi, Fulvio Caradonna, è stato costretto a parlare, nei giorni scorsi, con i finanzieri del nucleo di polizia tributaria.
Entra nel vivo l'inchiesta sul presunto danno erariale connesso con il maxi progetto delle paratie. E il primo segnale di come la corte dei conti intenda andare fino in fondo al cantiere che sta paralizzando il lungolago è il volto affaticato di Caradonna dopo le cinque ore di "chiacchierata" a verbale - più che a cuore - aperto tra lui stesso e le fiamme gialle.
Mercoledì scorso l'ex amministratore "promosso", dopo le forzate dimissioni del novembre 2009, prima a consigliere di sorveglianza di Infrastrutture Lombarde quindi a vicepresidente della milanese Atm, società entrambe a nomina e partecipazione pubblica, è stato formalmente convocato ad Albate negli uffici del nucleo di polizia tributaria, dove vi è entrato poco prima delle dieci ed è uscito poco dopo le tre del pomeriggio: ben cinque ore di domande e risposte su ogni singolo aspetto del progetto paratie.
L'ex assessore, da molti ribattezzato come il papà del muro, è stato incalzato su numerosi aspetti del procedimento: innanzitutto la lievitazione dei costi, passati dai 12 milioni scarsi al momento dell'aggiudicazione dei lavori ai quasi 20 milioni dopo le ultime perizie di variante, con all'orizzonte nuovi possibili rialzi; quindi la perizia di variante numero 1, quella che ha dato il via libera alla realizzazione del muro-scandalo modificando il progetto originario e non passata dal consiglio comunale; ma anche le procedure per l'aggiudicazione alla Sacaim dei lavori, con la bocciatura del consorzio di aziende concorrenti, per un vizio legato alla mancata presentazione delle certificazioni necessari da parte di una delle ditte del consorzio; nonché la scelta di Antonio Viola come direttore dei lavori, al posto di uno dei progettisti originari. Questi e altri i temi sul tavolo.
Caradonna non è il primo a essere chiamato a rispondere alle domande della guardia di finanza nell'ambito dell'inchiesta sul presunto danno erariale connesso ai lavori per la realizzazione dei bastioni a difesa della furia degli elementi. Nelle scorse settimane le fiamme gialle avevano già sentito a verbale anche i progettisti, quelli che hanno per primi disegnato il "mose" sul Lario.
L'inchiesta della corte dei conti, insomma, entra nel vivo. Forte anche delle conclusioni dei periti nominati dalla procura di Como secondo cui il progetto è una sorta di corollario di "distrazioni", omissioni, procedimenti viziati e passaggi illegittimi. Secondo alcuni hanno esagerato. A dirlo, però, dovranno essere i giudici contabili.
Paolo Moretti
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