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Giovedì 24 Marzo 2011
Brasile e Vietnam
la nuova via della seta
Il tessile di Como guarda al futuro con rinnovato impegno, anche se le sorti del distretto continuano ad essere in parte condizionate dagli sviluppi in corso in Cina ma soprattutto delle ripercussioni, ancora tutte da capire, del terremoto in Giappone con le sue conseguenze economiche.
La timida ripresa che ha decretato una crescita dei fatturati per le imprese del distretto nel corso del 2010, ha portato un po' di fiducia negli imprenditori che, seppur con grande attenzione, hanno ricominciato a pansare agli investimenti. Quel +6,7% a fine anno ha riproposto un dato positivo dopo la forte caduta del 2009 lo aveva trascinato nel tunnel di una crisi drammatica. Che il lavoro sia ripartito, i volumi pre 2008 sono ancora lontani, lo confermano anche le importazioni del filo di seta che hanno registrato un +2,5% rispetto al 2009 e un totale di 1.811 tonnellate, contro le 1.767 dell'anno precedente.
La migliore performance è toccata ai filati per le sciarpe con un incremento delle importazioni del 7,3% contro un +1,8% della seta greggia e dell'1,6% per i filati ritorti. La Cina resta il principale mercato di approvvigionamento per i setaioli comaschi, sia per quanto riguarda i tessuti (1.945 tonnellate nel 2010 pari ad un +11,1%) che i filati ritorti (536 tonnellate, +13,8%). Un risultato che è ben lungi dal compensare gli effetti negativi del 2009, ricordato come anno horribilis. Na sarà per il prezzo crescente o per la richiesta di minor qualità, lo scorso anno è aumentato l'import di filati ritorti dal Brasile che chiude il 2010 con un + 72,2% ma soprattutto dal Vietnam ( +123,9%).
Non reggono invece le importazioni di filati dalla Germania che, in un anno, hanno perso il 39,3%, dal Paraguay (-8,3% ) e dalla Bulgaria (-10,5%).
I volumi sono comunque ancora bassi e non tali da generare reddititvità nelle imprese. Sulla base delle informazioni fornite da Sistema moda Italia e da Confindustria Como, i dati hanno fatto registrare nel 2009 una pesante flessione dei fatturati del - 23% sui prodotti serici in genere, con punte maggiori sulla sola seta solo in parte recuperate dal +6,7% di fine 2010. Un calo determinato anche dalla contrazione delle esportazioni verso gli Stati Uniti dove la crisi finanziaria aveva ormai eroso tutti i capitali.
«Il sistema imprenditoriale è proiettato al futuro e c'è la convinzione che il mercato troverà presto un nuovo equilibrio - spiega Guido Tettamanti, Segretario dell'Ufficio Italiano Seta -. Nell'ultimo anno abbiamo assistito ad un riposizionamento del prodotto serico sui mercati, soprattutto all'estero, con un incremento del livello delle esportazioni dell'8%. in dettaglio il prodotto ha evidenziato i primi progressi già fra il secondo e il terzo trimestre, con un risultato positivo assestatosi intorno al 4/5% che è passato poi al 15/16% in coda all'anno». «In questa fase - prosegue Tettamanti - non è mancato un fattore determinante: la grande selettività. Il distretto è composto da diverse piccole realtà produttive e, proprio in questi momenti difficili, si verifica una naturale selezione che premia le aziende che sono riuscite e riescono tuttora a stare sul mercato nei termini più competitivi».
Nuove strategie e molti cambiamenti per un comparto determinante nell'economia locale. «C'è ancora molta incertezza nel tessile - commenta Alberto Clerici, Presidente dell'Ufficio Italiano Seta, titolare della Teseo Spa - gli imprenditori non hanno ancora ripreso fiducia. Abbiamo assistito ultimamente a forti cambiamenti del sistema Cina dovuto all'inflazione, oltre ad un aumento del 50% dei salari nel corso dei mesi fino alla crescita del prezzo delle materie prime. Non ci si deve comunque spaventare in quanto l'aumento è stato avvertito anche da loro, è una situazione comune a tutti gli imprenditori di tessuto».
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