Le reti son un colabrodo
Pagheremo l'acqua più cara

Acqua, nuovo rimescolamento amministrativo e nuovo piano provinciale per gli investimenti su acquedotti, reti, fognature e depurazione, qualità potabile ed ambiente idrico. E i residenti della provincia di Como arriva la stangata

a.savini

COMO Acqua, nuovo rimescolamento amministrativo e nuovo piano provinciale per gli investimenti su acquedotti, reti, fognature e depurazione, qualità potabile ed ambiente idrico. A dieci anni dalla costituzione del Consorzio fra i 162 Comuni della provincia, “Autorità dell'ambito territoriale ottimale”, rimane l'Ato, cioè l'ambito territoriale, in quanto area geografica che comprende tutto il territorio comasco, ma viene meno il Consorzio, la cui assemblea è l'ente responsabile per la programmazione. L'amministrazione provinciale diventa il referente unico per l'acqua e l'organismo consultivo sarà l'assemblea dei Comuni. L'amministrazione provinciale, infatti, entro il prossimo 30 giugno, dovrà costituire un'Azienda speciale che subentrerà di fatto al Consorzio e dal 2011, i Comuni non dovranno più versare quote per l'adesione all'Ato. Se questo è un punto fermo ed irreversibile, nessuno osa pronunciarsi: tutti questi anni hanno insegnato che l'acqua corre e gli organismi di programmazione e di gestione pure. L'attuale fase è di trasformazione e il modello gestionale è un punto interrogativo: a chi sarà affidato? Imprenditori o società in qualunque forma costituite, società a partecipazione mista pubblico - privata, società a capitale interamente pubblico partecipata di ente locale, società ad azionariato popolare. Di sicuro, il programma degli investimenti nei prossimi 25 anni è importante: circa 700 milioni di euro, di cui 215 milioni e 639.000 euro in fognature; 187 milioni di euro in acquedotti e reti, 292 milioni in collettamento e depurazione. Sono le cifre contenute nel piano approvato dai sindaci nel dicembre scorso e poiché l'investimento dovrà essere ammortizzato con la tariffazione, aumenterà la spesa dei cittadini per l'acqua, posto che oggi l'acqua è il bene più a buon mercato. Infatti, in provincia di Como, la tariffa media è di 1,09 euro al metro cubo, cioè 21 euro al mese per un consumo tra i più elevati, 200 metri cubi, pari a 200.000 litri, oltre 6.600 litri al giorno. In 25 anni, salirà gradualmente a 1,7 euro il metro cubo, ma è una stima provvisoria, in quanto dipende dalla revisione triennale. E c'è molto da fare: mediamente, il territorio è servito da fognature per il 94,25%, stando alle risposte pervenute dai Comuni con l'ultimo censimento idrico, ma non tutti i Comuni hanno risposto e quindi il valore potrebbe essere alterato. Il capoluogo è coperto da fognature per l'87,5%. La perdita di acqua potabile nelle reti è mediamente del 16%, contro il 35% della media nazionale, ma sono pur sempre otto miliardi di litri/anno perduti. Laghi e fiumi: critiche le condizioni di Cosia e Breggia, acque inquinate nel bacino di Como; miglioramenti in corso ovunque. I giudizi di potabilità dell'acqua: molta critica la qualità microbiologica nel 18% della provincia; a Como e dintorni il giudizio prevalente è «buono» in sei controlli su dieci effettuati tra il 2004 e il 2009.
Maria Castelli

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Venerdì 25 Marzo 2011

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