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Venerdì 25 Marzo 2011
Mantero dice addio
a Confindustria Como
La Mantero, esce da Confindustria. Il divorzio si è già consumato ed è stato, come spesso succede anche negli affari di cuore, tutt'altro che consensuale. Le ragioni? Dai piani alti dello storico palazzo di Via Volta, quartier generale della Mantero, pare si rimproveri all'organizzazione guidata negli ultimi otto anni da Ambrogio Taborelli una visione strategica ridotta
Proprio per il prestigio del nome Mantero, le ripercussioni di questa uscita da Confindustria potrebbe avere ripercussioni pesanti. Arriva, innanzitutto, nel pieno della scelta del successore di Taborelli che a fine maggio termina il secondo mandato. In questi giorni i tre saggi stanno terminando le consultazioni tra gli iscritti per individuare il nome o i nomi da sottoporre al voto della giunta in programma a metà aprile. In questo momento l'ipotesi più accreditata è quella di una presidenza nel segno della continuità, con il nome Fabio Porro (uno dei tre vice) in pole position. Non è detto che dopo Mantero, altre aziende non decidano di rendere pubblico quel malcontento finora mantenuto riservato sull'attuale gestione dell'associazione. Sia per quanto riguarda l'azione di lobbing sia per i costi sempre crescenti della "macchina". In momenti di "magra" come questi, tutte le spese vengono attentamente vagliate, compresa la quota di iscrizione all'associazione di rappresentanza calcolata sul monte salari, quindi sul numero dei dipendenti. Quota tutt'altro che piccola per le aziende più grandi che però in genere utilizzano meno delle piccole i servizi, in genere supportati dalle strutture interne. Oggi a Confindustria Como fanno capo circa 700 aziende, per un totale di 40 mila addetti.
Elvira Conca
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