La giornata del Fai
in cinquecento al museo

Domenica tra le guide d'eccezione al Museo Storico Garibaldi per la XIX Giornata FAI di Primavera c'erano anche gli studenti internazionali del polo comasco del Politecnico

COMO Segni particolari: maglietta blu con adesivo verde del Fai in bella mostra e negli occhi l'entusiasmo di chi ha studiato il Risorgimento ed è orgoglioso di poterlo raccontare. Su richiesta anche in arabo, cinese e spagnolo.Domenica tra le guide d'eccezione al Museo Storico Garibaldi per la XIX Giornata FAI di Primavera c'erano anche gli studenti internazionali del polo comasco del Politecnico. E con l'inglese dato per acquisito sui badge spiccavano solo le ulteriori competenze linguistiche. Non solo lingue straniere, ma anche dialetti. "Laghéé" per Maddalena Mombelli, coordinatrice degli eventi per il Politecnico: «Le visite multilingue sono una duplice occasione: valorizzano una delle competenze degli studenti e danno loro la possibilità di imparare la storia del contesto». E non ci si improvvisa certo Apprendisti Ciceroni, ma serve impegno. «Lo studio è stato continuativo: libri, video, riunioni - continua la coordinatrice - e abbiamo pensato all'apporto ulteriore dei dialetti: io sono di Dongo e mi occupo del nostro, Donatella Puglisi del siciliano». E le guide per un giorno Kandy Barrios dalla Colombia e Bingqi He dalla Cina sottolineano il valore dello studio come occasione per sentirsi più a casa tra i luoghi intitolati a Cavour, Anzani e Dottesio. Con un ulteriore portato: conoscere la storia può permettere di guardare in modo diverso anche ai comaschi di oggi. «Ho sempre pensato che l'Italia è un grande Paese, ma scoprire quanto fossero disposti al sacrificio, ad uscire dalla città per aggregarsi ai Mille e combattere ha fatto crescere il mio rispetto» spiega Chao Cai, studente cinese di Informatica. E gli fa eco anche il giovane libanese Ahmad Allam: «Adesso amo Como, ho capito quanto sia stata rivoluzionaria nella storia». Proprio mentre anche tra i numerosi comaschi che si aggirano tra le sale si respira il piacere della riscoperta. «L'ultima volta che sono entrata qui ero una ragazzina - racconta Maria Villa, socia del Fai - essere in questo contesto nel centocinquantesimo anniversario dell'Unità è un'esperienza che riattiva molti interessi». Dello stesso avviso anche Mariano Galliano, socio da dieci anni: «Le iniziative sono valide, il Fai riesce sempre a svelare dettagli interessanti». Così anche per gli iscritti alla fondazione da tempo le occasioni per lasciarsi stupire non mancano: «Ho visto cimeli e una parte del museo che non conoscevo» sottolinea Donata Cantoni. E c'è anche chi ha scelto di regalare alla famiglia un'occasione speciale. «Molti musei sono asettici, invece qui l'ambientazione è eccezionale - afferma Gianluca Tadiello da Milano - volevo qualcosa che potesse stimolare anche i bambini e l'ho davvero trovato». E proprio i più piccoli sono stati una presenza numerosa in una giornata in cui il dato complessivo è notevole: circa 540 visitatori tra cui tanti comaschi, di numero inferiore, invece, gli stranieri. Anche se c'è da scommettere che le iniziative multiculturali faranno segnare in futuro altri punti a favore.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Documenti allegati
Eco di Bergamo La giornata del Fai