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Martedì 29 Marzo 2011
Raggi che fanno paura
più a parole che nei fatti
Quanto dobbiamo preoccuparci, sul Lario, delle radiazioni? L'analisi di un comasco, docente di Radiobiologia a Locarno
In questi giorni potrebbe raggiungere l'Italia la nube radioattiva proveniente dal Giappone e molti temono danni alla salute. Cerchiamo perciò di fare chiarezza sui possibili danni e contemporaneamente sapere qualche cosa di più su un argomento, le radiazioni, sconosciuto e pauroso. Sconosciuto perché la maggior parte delle persone ne ha solo un'idea vaga e pauroso perché ciò che non si conosce e non si vede incute molto più timore di ciò che si conosce. Tutti noi andiamo in automobile, pur sapendo il rischio che corriamo, ma ne siamo coscienti e lo accettiamo. Cosa diversa sono le radiazioni.
Radiazione è un termine vago, anche la luce del sole è una radiazione, ma per fortuna, in giuste dosi, non danneggia la salute; perché? Il motivo è semplice, perché non è ionizzante, salvo una piccola componente dovuta ai raggi ultravioletti, alla quale bisogna fare attenzione in certe ore del giorno. Esistono diversi tipi di radiazioni.
Ci sono le radiazioni corpuscolate, che possiedono una massa reale misurabile; appartengono a questa categoria le particelle alfa e beta, fasci di protoni e di neutroni, ecc. Queste radiazioni sono dei veri "proiettili" che se colpiscono gli esseri viventi producono un danno sicuro tanto maggiore quanto è maggiore la loro intensità e durata. Altre radiazioni sono i raggi appartenenti allo spettro elettromagnetico, formati da fotoni con massa tendente a zero e che comprendono raggi gamma, X , ultravioletti, raggi visibili (tutti i colori dell'arcobaleno), infrarossi, onde radio, ecc. Questi raggi differiscono fra di loro solamente per frequenza e lunghezza d'onda: maggiore è la frequenza, maggiore è l'energia associata e quindi maggiore è il danno che possono arrecare a un organismo vivente.
Alcune radiazioni sono naturali, cioè connesse con la natura stessa dell'Universo, altre sono artificiali, generate da particolari apparecchiature. Quelle naturali si sono prodotte circa 15 miliardi di anni fa durante la grande esplosione ("Big Bang") che originò tutta la materia e che permise la formazione delle galassie, delle stelle e dei pianeti. Da ciò ne consegue che la vita non sarebbe potuta nascere senza la radioattività insita nella Terra. L'esposizione alle radiazioni può produrre danni che in base al tipo, alla sua intensità, al tempo di esposizione e alla dose assorbita, possono essere di gravità variabile, da nessun danno apparente alla morte. Sono dannose tutte le radiazioni corpuscolate, sempre che non siano usate a scopi curativi, e i raggi dello spettro elettromagnetico la cui frequenza è compresa fra quella dei raggi e degli U.V., in quanto producono ioni. I danni possono essere di due tipi: quelli che avvengono con una certa probabilità e sono definiti stocastici o probabilistici. Appartengono a questa categoria i tumori e certe malattie degenerative, nonché l'invecchiamento precoce.
Tutti sanno come la pelle delle signore che prendono troppo sole a una certa età risulti inevitabilmente rovinata e rugosa. Per dosi superiori mediamente a 500 mSv (millisievert), si hanno danni sicuri o deterministici che vanno da manifestazioni non gravi, alle sindromi da "panirradiazione".
Spesso le sindromi portano alla morte entro pochi giorni.
Quando la dose è superiore ai 50 Gray, avviene la coagulazione delle proteine e la morte istantanea. Qualcuno si potrà chiedere se la famosa nube potrà produrre nel nostro Paese (ammesso che arrivi) un qualche effetto tra quelli ora visti, la risposta è un no assoluto, solamente gli individui che operano all'interno della centrale di Fukujima per le operazioni di spegnimento possono andare incontro a qualche effetto deterministico. L'unico effetto che potrà produrre è un aumento infinitesimale della probabilità di tumore (effetto stocastico), che potrà essere adeguatamente contrastato, per esempio, fumando qualche sigaretta di meno (per chi fuma), oppure riducendo l'esposizione al sole d'estate, oppure ancora mangiando più cibi antiossidanti come frutta e verdura, ma questa è un'altra storia.
*Sergio Brighetti, biologo comasco, è docente di Radiobiologia presso la Scuola Superiore Medico Tecnica di Locarno e di Biologia e Igiene all'Università Ludes di Lugano. Vice presidente dell'Associazione Insubrica di Medicina Anti-Aging, è socio dell' «American Academy of Anti-Agin Medicine» .
(I puntata, continua)
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