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Giovedì 31 Marzo 2011
Fiera Milano: "Non rinunciamo
Villa Erba strategica per noi"
Fiera Milano non intende rinunciare a Villa Erba a Como. «Siamo pronti a rinegoziare l'accordo per sviluppare il volume d'affari, ma di aumentare l'affitto non se ne parla»
La cifra ammonta a 750mila euro l'anno e rappresenta il 25% del fatturato ( 3 milioni 500 mila euro). «Già così facciamo fatica a far tornare i conti». Francesco Conci, direttore generale di Fiera Milano Congressi considera ancora aperto il contratto di locazione del ramo congressuale del polo espositivo stipulato nel 2006 e in scadenza il prossimo 31 dicembre. Nessun commento sulla disdetta dei comaschi al fine di evitare il rinnovo automatico di altri sei anni. Un passo voluto da alcuni soci per riprendersi l'intera gestione del Centro. I toni del manager non preludono ad una guerra, ma auspicano la riapertura di un dialogo che negli ultimi tempi si è interrotto in un continuo rimpallarsi di colpe.
«Lasciare adesso significherebbe non ricavare nessun reddito dalla massiccia campagna di vendita, che ha interessato Francia, Germania, Gran Bretagna e Paesi del Nord. Si sa che in questo settore i frutti maturano nel lungo periodo. Si semina oggi e si raccoglie dopo 2-3 anni. Fiera Milano si è mossa per sviluppare il business congressuale per tipologia e qualità, soprattutto in vista dell'Expo. Già il prossimo autunno, Cernobbio ospiterà il summit dei delegati dei 180 Paesi aderenti all' esposizione del 2015».
Conci rimanda al mittente le accuse di cattiva gestione «Grazie ai progetti mirati e diverfificati messi in cantiere, contiamo di raggiungere quota 4 milioni e mezzo di fatturato, il massimo che si possa ottenere dal sito lariano».
Senza vis polemica, rimarca i limiti che frenano il budget. Primo: la scarsa ricettività alberghiera. «Non c'è permanenza alberghiera a Como e nei dintorni perchè la stragrande maggioranza delle strutture apre a marzo e chiude a novembre. Nei mesi estivi, di punta anche per le convention, sono indisponibili. Per ospitare un evento di 800/ 1000 persone, siamo costretti a suddividere gli ospiti in tanti hotel, il che crea disagio e problemi logistici che spesso fanno preferire altre location». Due: le gratuità. «Fiera Milano ne ha elargite più del dovuto, rinunciando a fare business. Non abbiamo mai posto vincoli a nessun tipo di iniziativa legata al territorio. In futuro bisognerà però puntare su una gestione più oculata, selezionando le manifestazioni in grado di garantire almeno un ritorno promozionale e d'immagine».
Il manager non nasconde le sue perlpessità sui progetti del porto marina e di riqualificazione del Galoppatoio, lanciati dal board della società di Cernobbio. «Di tutto rispetto, ma non sono certo questi i plus in grado di incrementare l'attività congressuale. Sono altri i requisiti richiesti dagli operatori: spazi adeguati agli standard europei». Pur con le dovute “riserve”, Fiera Milano cercherà insomma di raggiungere un'intesa con Villa Erba.
E se passasse la linea del no al rinnovo? Come reagirebbe Fondazione Fiera, maggior azionista privato? «Non so cosa potrebbe succedere» conclude Conci. La sfida è lanciata, ai comaschi la prossima mossa.
Serena Brivio
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