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Sabato 09 Aprile 2011
Turisti ai giardini a lago
in mezzo al degrado
Dal 2004 viene annunciato il rifacimento di tutta l'area. Giochi impraticabili, vialetti mezzi rotti e sporcizia
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Non resta che l'ironia davanti all'incuria che fa capolino quasi in ogni angolo dei giardini pubblici più importanti di Como, quelli a lago. Ma l'assessore al Verde Diego Peverelli è un uomo sanguigno, che magari non stravede per il tricolore ma di sicuro ama la sua città, e fatica a non sbottare davanti all'erba alta di largo Mafalda di Savoia (il "cannocchiale" centrale del parco), a un'aiuola del Tempio Voltiano desertificata, a un Suv che alle 11 del mattino percorre un vialetto pedonale in porfido (guarda caso, saltato in più punti e rattoppato con asfalto) per rifornire un chiosco. Alza il telefono e chiama gli uffici (oggi o domani taglieranno l'erba), ferma un vigile, vede uno stradino e lo sollecita a rimuovere subito una bottiglia di vetro abbandonata in mezzo al prato...
Il degrado dei giardini a lago richiede un intervento più radicale, ma il rifacimento annunciato dal 2004 è ancora di là da venire. Per chi arriva da piazza Cavour l'impatto è scioccante. Giunti al termine della palizzata del cantiere delle paratie, ci si trova davanti l'ex battello gelateria oramai in balia della ruggine. La diga foranea è chiusa: gli operai stanno sistemando la pavimentazione. Il monumento alla Resistenza è pure in parte inaccessibile e interessato da lavori. «In questo caso però - sottolinea Peverelli - si tratta di un intervento di pulitura in vista del 25 aprile». Si passa in mezzo alle lapidi con le lettere dei condannati a morte, in gran parte illeggibili: «Anche queste saranno ripristinate», assicura l'assessore. Non si può riferire, invece, l'espressione che gli scappa davanti alla dichiarazione d'amore di un grafomane tratteggiata "in sovrimpressione" con un pennarello a tempera. Fa anche notare che le grandi lapidi metalliche ai lati del monumento sul retro sono corrose: colpa degli incontinenti che non riescono ad arrivare fino ai gabinetti tra l'area giochi e il minigolf. Già, l'area giochi... Un'altra vittima dell'incuria e dei graffitari. Due papà con le rispettive bimbe si avvicinano alla stele che spiega le regole del "saltamartino" donato dal Soroptimist nel 1994, ma è troppo pasticciata per capire qualcosa. Anche se si capisse, la grande pedana di cemento è talmente stinta che non si saprebbe dove mettere i piedi.
Il lato verso lo stadio non è in condizioni migliori: abbandonata la pista per gli skater, graffitata la locomotiva storica e sfondata la grata che ne impediva l'accesso alla cabina di comando. Gran finale in riva al lago, dietro al Tempio Voltiano, dove i turisti prendono il sole e ammirano il paesaggio. Si fa per dire, perché l'occhio è distratto dall'enorme scia giallastra che dalla foce del Cosia si protende verso Villa Geno.
Pietro Berra
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