Imposte su asili e mense
Como tra le più tartassate

Le tariffe dei parcheggi sono già aumentate, tra qualche mese verrà rivista al rialzo la tassa rifiuti (+22%) e probabilmente le famiglie spenderanno di più anche per la refezione scolastica e il doposcuola. A Como, insomma, non si può certo dire che manchino quelle che il Sole 24 Ore di ieri ha definite «tasse occulte».

a.savini

COMO Le tariffe dei parcheggi sono già aumentate, tra qualche mese verrà rivista al rialzo la tassa rifiuti (+22%) e probabilmente le famiglie spenderanno di più anche per la refezione scolastica e il doposcuola. A Como, insomma, non si può certo dire che manchino quelle che il Sole 24 Ore di ieri ha definite «tasse occulte». Tariffe più alte, servizi al cittadino più cari. Il meccanismo è tanto semplice quanto diabolico: i trasferimenti dallo Stato e dalle Regioni ridotti all'osso, l'obbligo di rispettare il patto di stabilità e l'addio all'Ici sulla prima casa hanno spinto i Comuni - e il capoluogo lariano non fa eccezione - a utilizzare le poche «leve» rimaste per far quadrare i conti, vale a dire in primis la tassa rifiuti e le tariffe dei servizi a domanda individuale (mense, asili nido, impianti sportivi). Come se non bastassero i rincari già scattati alla voce trasporti (+10% sui biglietti, complici i tagli decisi a livello centrale). E il possibile arrivo di nuovi aumenti inquieta in misura ancora maggiore alla luce delle statistiche riportate dallo stesso Sole 24 Ore: già nel 2010 Como si è classificata al 9° posto nella graduatoria dei Comuni che hanno incassato di più grazie alle rette dei nidi (in media 349 euro per ogni residente fino a 3 anni d'età, in totale esattamente un milione di euro) ed è in 12ª posizione quanto a incassi per il servizio mensa in rapporto agli alunni (2,16 milioni, pari a 190 euro pro capite). «Sono preoccupata - commenta Roberta Marzorati, consigliere comunale della lista Per Como, da tempo in prima linea su questi temi - soprattutto per la refezione scolastica e il doposcuola, perché il bilancio di previsione che stiamo discutendo in consiglio non esclude la possibilità di incrementi tariffari e proprio per questo ho già chiesto che sul tema non decida la giunta ma se ne parli in aula. Come dicono i numeri, siamo già ai primi posti in Italia e anche un aumento di un euro a ticket potrebbe pesare sulle famiglie. Per i nidi, invece, le rette sono legate strettamente al reddito, quindi il dato sull'incasso del Comune va interpretato e mi sembra meno allarmante». Lo scenario, insomma, è grigio soprattutto per il capitolo mense, già citato non a caso dal sindaco Stefano Bruni nei mesi scorsi. Aveva parlato di aumenti inevitabili, con l'obiettivo di arrivare alla copertura totale dei costi a carico delle famiglie (oggi le rette coprono il 70% delle spese), ipotizzando «parziali esternalizzazioni» del servizio e definendo «difficile da sostenere» il «monopolio comunale». Intanto, l'aumento della Tarsu è già certo: appena verrà assegnato l'appalto e partirà il nuovo servizio (tra qualche mese, al più tardi a inizio 2012), scatterà un aumento del 22%, con un ulteriore +2,5% nel 2013. L'assessore al Bilancio, Sergio Gaddi, replica: «Non abbiamo toccato né asili né mense e nemmeno l'addizionale Irpef, non si può parlare di tasse occulte a Como. Gli asili nido? Incassiamo un milione, ma ne spendiamo cinque, questo non compare nelle tabelle ma va detto. Diamo un servizio di qualità, che tanti altri capoluoghi non offrono. Dobbiamo esserne orgogliosi».
Michele Sada

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Martedì 12 Aprile 2011

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