Albate, il mega insediamento
è un "regalo" ai privati

Bruni aveva fatto votare al consiglio comunale il via libera del piano attuativo, con aumento di volumetria, convinto di perdere il ricorso al Consiglio di Stato. Ma Palazzo Cernezzi, al contrario delle previsioni, ha vinto. E ora?

p.moretti

COMO Il Consiglio di Stato dà ragione al Comune di Como nell'intricata vicenda del piano attuativo Argent (in zona Bassone, tra via Frisia, Giudici e Barzaghi), adottato dal consiglio comunale lo scorso 7 marzo (con il sì del Pdl e di Ghirri del gruppo misto, il voto contrario delle minoranze). Consiglio convocato con la spada di Damocle di una lettera con cui i legali della società Argent chiedevano, in sintesi, l'adozione del piano «entro il 14 marzo» e, in cambio, rinunciavano a qualsiasi risarcimento che avrebbero potuto ottenere dalle cause legali ancora aperte. Il sindaco Stefano Bruni, sia in commissione Urbanistica sia in consiglio comunale aveva detto a più riprese che il piano andava adottato perché «la sentenza con ogni probabilità sarebbe a noi sfavorevole» con il rischio di «danni milionari». Il Consiglio di Stato, invece, ha accolto il ricorso che il Comune aveva presentato contro la decisione con cui il Tar aveva annullato la delibera consigliare del 1995 che bocciava l'allora piano di lottizzazione da 14mila metri cubi. In pratica quella decisione è stata considerata assolutamente legittima. Nel frattempo, nel 2006, Argent ha presentato il piano attuativo, facendo lievitare la volumetria (circa 43mila metri cubi) ripartita in edifici di due o tre piani fuori terra, per un totale di 183 appartamenti (370 nuovi abitanti ipotizzati), oltre a 300 posti auto interrati, 35 a raso sempre per i residenti e 108 posti pubblici.

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Mercoledì 13 Aprile 2011

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