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Venerdì 15 Aprile 2011
Polemica sul piano Argent
"La delibera va recovata"
Opposizione all'attacco in Consiglio comunale a Como. Lucini (Pd): regalato ai privati il trivplo della cubatura prevista, l'amministrazione rischia grosso
Ieri sera, nell'aula di Palazzo Cernezzi, il capogruppo del Pd Mario Lucini è tornato sull'argomento e ha chiesto la revoca del provvedimento che conteneva il primo via libera («adozione») al piano (avevano votato a favore solo il Pdl e Ghirri del gruppo misto). Il motivo? L'ha spiegato lo stesso Lucini: «La sentenza fa venir meno il presupposto principale che aveva portato all'approvazione della delibera. In sostanza, fa fede il piano regolatore vigente, che prevede per quell'area al massimo 14mila metri cubi di residenze, mentre il piano approvato ne contiene 43mila. Ai privati è stato dato un vantaggio consistente in termini di volumetrie edificabili, a fronte di un vantaggio ipotetico per l'amministrazione, che poi si è rivelato nullo». Il riferimento è alla lettera di Argent che chiedeva di adottare il piano entro il 14 marzo in cambio della rinuncia a qualsiasi risarcimento legato al contenzioso in corso, mossa che aveva spinto il sindaco ad accelerare nella convinzione che il Consiglio di Stato avrebbe dato ragione ai privati. Tre settimane dopo il voto, però, è arrivata una sentenza diametralmente opposta. «È stato concesso un beneficio ma poco dopo i giudici hanno fatto venir meno i presupposti di quella scelta, non si capisce quindi a che titolo si possa mantenere tutto com'è - ha sottolineato Lucini -. Bisogna fare un provvedimento di revoca in autotutela, altrimenti si rischiano guai grossi. Il sindaco dice che non hanno fatto alcun regalo ai privati in termini di metri cubi, ma sono parole che non stanno né in cielo né in terra, come ho già detto il piano contiene il triplo delle cubature previste dal piano regolatore». Sul fronte politico, ieri è intervenuto il segretario cittadino del Pd, Stefano Legnani, mentre il consigliere Marcello Iantorno ha depositato un'interrogazione invitando il sindaco a fare subito chiarezza sulla vicenda. «Appaiono sorprendenti - nota Legnani - le dichiarazioni rilasciate dai consiglieri di Autonomia liberale e Lega secondo i quali la sentenza del Consiglio di Stato conferma i motivi della loro contrarietà al piano, visto che al momento del voto erano usciti dall'aula consentendone l'approvazione. Non sarebbe accaduto se avessero votato contro la delibera, insieme all'opposizione».
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