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Sabato 16 Aprile 2011
Maslianico a Bignasca:
riprendetevi i liquami
Stop al «ciapa e tas». Ovvero basta prendere e tacere in fatto di puzzolenti scarichi nel Breggia, nel segno di una sopportazione dettata dai rapporti di consolidata amicizia transfrontalie. Iin consiglio comunale maggioranza e opposizione, concordi nel proposito di non più accettare immissioni dal contenuto assai dubbio dopo le parole contro i lavoratori italiani occupati nel Canton Ticino
MASLIANICO Stop al «ciapa e tas». Ovvero basta prendere e tacere in fatto di puzzolenti liquami, nel segno di una sopportazione dettata dai rapporti di consolidata amicizia transfrontaliera che uniscono Maslianico con il Mendrisiotto. L'altra sera in consiglio comunale la vicenda degli scarichi nel Breggia è stata sollevata con unanimi indirizzi tra maggioranza e opposizione, concordi nel proposito di non più accettare immissioni dal contenuto assai dubbio.
Complici le parole sconvenienti nei riguardi dei lavoratori italiani occupati nel Canton Ticino e le palesi minacce di ritorsione nei loro confronti esternate dal leader dei leghisti ticinesi Giuliano Bignasca nelle ripetute interviste, il consiglio si è pronunciato per un definitivo chiarimento sulla reale natura delle copiose masse che vengono immesse nel torrente Breggia dal depuratore di Pizzamiglio. Dovrebbero essere perfettamente depurate, ma a Maslianico la gente non è affatto convinta. L'impianto a servizio dei comuni del Basso Mendrisiotto, compreso Chiasso, è al centro di opere di potenziamento, ma ci sono troppi interrogativi sul funzionamento.
«L'altra sera sono stato chiamato e ho constatato una situazione a dir poco sconcertante - ha dichiarato in aula il consigliere Salvatore Reina, coordinatore dell'associazione Lambienteinvita - e una volta sul posto, ben a conoscenza della posizione in cui sfocia il tubo di scarico dell'impianto, mi sono reso conto che gli odori malefici provenivano dalle immissioni del depuratore».
Il sindaco Mario Luppi, con l'esperienza di avvocato, ha riconosciuto la precarietà della situazione, ma ha dichiarato l'impotenza del comune a intervenire a fronte di una situazione che colpisce il territorio maslianichese, ma con origini al di là della frontiera.
«Se non ci fosse di mezzo il confine – ha risposto Luppi – avrei già inoltrato una denuncia alla procura della Repubblica, ma a fronte della realtà posta dalla separazione dei due Stati le competenze della magistratura italiana si fermano poco più a monte del ponte in ferro. Ho comunque deciso di inoltrare una diffida agli enti pubblici del Canton Ticino. Lo farò con la massima fermezza in quanto non sono più accettabili le dichiarazioni dei responsabili dell'impianto rivolte a scaricare le responsabilità dei reflui sulla roggia di Ponte Chiasso o sul Faloppia che proviene dai paesi attorno a Ronago. Qui il depuratore italiano è stato raddoppiato e risulta essere ben funzionante».
C'è da aggiungere che finora la Regio Insubrica non è riuscita a chiarire una situazione sempre più compromessa e non sembrano aver dato i risultati attesi i lavori di ampliamento e ristrutturazione dell'impianto di Pizzamiglio. L'ex sindaco Cornelia Borsoi nel ruolo di consigliere provinciale: «Occorre un tavolo di lavoro permanente con rappresentanti italiani e svizzeri e mi impegno a portare la questione all'attenzione del presidente della provincia Leonardo Carioni e della giunta. Presenterò subito un'interrogazione in quanto è arrivato il momento di chiarire la situazione di fronte all'opinione pubblica».
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