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Domenica 17 Aprile 2011
Città senza panchine
Ci pensa la Stecca
A Como mancano le panchine: è una lacuna che molti notano, ma nessuno affronta. La classe 1941 della Stecca ha deciso di festeggiare il settantesimo compleanno dei soci con un pensiero per la città, cercando cioè di porre rimedio ad un disagio che pesa soprattutto sugli anziani, i più sensibili all'esigenza di una sosta per prendere fiato lungo i tragitti a piedi.
«Con questa proposta non intendiamo soltanto rispondere ad un'esigenza pratica, a un disagio da alleviare, ma suggeriamo un modo diverso di vivere gli spazi della città, di favorire occasioni di incontro» suggerisce ancora la Pullici indicando nella possibilità di trovare un posto a sedere la modalità più semplice per favorire la socializzazione en plein air, con o senza vista lago, fra le vie del centro o fra le aiole di un giardino pubblico. «Nonni e nipotini sediamoci vicini»: è lo slogan che accompagna l'idea connotata, appunto, dalla prospettiva di rendere ogni angolo della città un po' meno anonimo e disabitato.
Della Classe del 1941, coetaneo di prestigio, il vescovo Diego Coletti che ieri ha presieduto la celebrazione di una messa per i soci della Stecca nella chiesa di Monteolimpino affiancato dal parroco don Tullio Salvetti che compirà 70 anni il prossimo 5 luglio.
Laura d'Incalci
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