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Giovedì 21 Aprile 2011
A Torino le solenni esequie
del Cardinale canturino
Le sue ultime volontà lette nell'omelia: "Io solo un servo povero. Chiedo al Signore di accogliemi" - Cantù rappresentata dal gonfalone della città e da un numeroso gruppo di concittadini, organizzato anche un pullman
Le esequie di Saldarini, morto lunedì sera alla clinica San Giuseppe di Milano - all'età di 86 anni - sono iniziate mercoledì alle 15.30. C'era Torino, con il sindaco Sergio Chiamparino. E la sua città natia: tra le navate, gli amici e i parenti canturini, giunti con il bus organizzato dalla parrocchia di San Michele. Nel transetto alla destra dell'altare, sotto l'ultima arcata, il gonfalone del comune di Cantù. Sono stati letti i messaggi di cordoglio di Papa Benedetto XVI e del cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana.
Centrale, nell'omelia di monsignor Nosiglia - tra i concelebranti, anche l'arcivescovo di Milano, il cardinale Dionigi Tettamanzi, e altri venti vescovi - il tema della sofferenza e della fede. Per gli undici anni di malattia di Saldarini. «Il progressivo disfacimento della mente e del fisico che ha accompagnato la lunga malattia del cardinale Saldarini - l'intervento di Nosiglia - non ha fiaccato però il suo spirito, esaltando ancora di più il ricordo di quella carica interiore di amore a Cristo, di passione per il Vangelo e per il servizio all'uomo. Quella tensione pastorale che lo aveva condotto ad avvicinare ogni comunità cristiana per portare la sua amorevole e forte presenza di pastore e guida sapiente, ricca di profonda umanità e spiritualità».
La salma, custodita in una bara color noce, è stata poi tumulata nella stessa cattedrale per espressa volontà del cardinale defunto, vicina all'altare dedicato a Pier Giorgio Frassati, il giovane di cui Saldarini potè vedere la beatificazione nel 1990.
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