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Domenica 24 Aprile 2011
Nel comasco trenta
bidoni radioattivi
Rovello Porro: che fine ha fatto il Cesio 137 stoccato nei capannoni della fonderia Premoli? A volerlo scoprire è l'amministrazione comunale. Il sindaco ha annunciato di voler istituire, già ai primi di maggio, un tavolo tecnico per fare il punto
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La vicenda del materiale radioattivo era stato un dei casi più eclatanti della primavera1990: risalendo dal Po al Lambro, al Lura, tra la fine di aprile e la metà del maggio '90, geologi e tecnici del Pmip milanese avevano rintracciato a Rovello, l'origine delle tracce di cesio 137 rinvenute nel corso di alcuni controlli di routine. Alla fonderia Premoli erano pervenute scorie di alluminio risultate poi contaminate: dalla vasca di decantazione presente in fabbrica, le acque contaminate erano finite nel torrente Lura e lungo il fiume erano state scoperte dagli esperti chiamati a vigilare sulla salute pubblica.
La fonderia era rimasta chiusa per circa undici mesi al fine di consentire le operazioni di bonifica, nel corso delle quali asfalto e terra del piazzale dell'azienda erano stati rimossi fino a 40 centimetri di profondità dai tecnici del Pmip e dell'Enea. Anche gli operai dell'azienda erano stati sottoposti a controlli medici.
Ieri i titolari della «Luigi Premoli e figli Spa» non erano rintracciabili, a ricordare la vicenda è invece l'ex-sindaco Gianmario Alberio: «Il problema si era verificato nei mesi precedenti alla mia elezione - spiega Alberio - in seguito ci eravamo subito rivolti all'Enea per chiedere che il materiale contaminato potesse essere smaltito in tempi brevi: ci era stato risposto che le soluzioni da adottare non erano facilmente praticabili, ma che comunque servivano ed erano previsti controlli costanti».
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