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Mercoledì 27 Aprile 2011
Tessile, troppo Francia
nel paniere dell'export
Per il sistema moda Hong Kong e Turchia sono i nuovi mercati su cui puntare, ma il 60% dei prodotti comaschi resta in Europa. Mai così rapida, nella seconda metà degli anni Duemila, la crescita dell'export nei 3 poli tecnologici e nei 20 distretti industriali tradizionali lombardi.
E proprio quest'ultimo segna una delle migliori performance segnalate dal “Monitor dei distretti” pubblicato dall'ufficio studi di Intesa Sanpaolo per il 2010 su base Istat. Com'è accaduto ai distretti più colpiti dalla crisi, il tessile di Como nel quarto trimestre 2010 ha registrato una crescita tendenziale delle vendite estere a due cifre, pari al 20,2% per un valore di 962 milioni di euro. Positivo anche l'andamento su base annua, col +13,3% realizzato nell'intero 2010. Un dato che fa sembrare un po' più lontano il 2009, quando la perdita annua era stata di oltre il 22%.
Per il sistema moda Hong Kong e Turchia sono i nuovi mercati su cui il settore ha registrato buoni risultati, anche se oltre il 60% dell'aumento delle esportazioni di tutti i distretti lombardi continua ad essere realizzato nei mercati maturi. Fra questi, per il serico comasco continua ad essere trainante il mercato francese e i suoi relativi sbocchi commerciali in Spagna, Gran Bretagna, Svizzera, Stati Uniti, Cina e Hong Kong.
Nonostante i dati positivi il 2007 rimane ancora lontano, sia perchè, come da tempo spiegano molti imprenditori locali, le percentuali di export crescono ma a fronte di margini di guadagno in continua contrazione, sia perchè rispetto al periodo pre- crisi il saldo è ancora negativo, col il -17,5%.
Ci sono certo distacchi maggiori in regione, con le calzature di Vigevano ancora lontane del 50% rispetto al 2007, o col tessile della Val Seriano col -33,3%; ma nel comparto c'è, ad esempio, anche chi corre veloce, come la calzetteria di Castel Goffredo che nel 2010 ha esportato il 5% in più rispetto al 2007.
Va da sé che la tendenza positiva non coinvolge tutte le imprese del settore; al contrario, l'indagine evidenzia come “imprese in forte crescita grazie alle esportazioni spesso convivono con altre in difficoltà, a volte grave”.
Difficoltà certificate dalla lettura dei dati di cassa integrazione ordinaria, straordinaria e in deroga, richiesta massicciamente e utilizzata a metà durante il 2010, in frenata in questi primi mesi del 2011. Il tessile comasco è al secondo posto per milioni di ore di cassa autorizzate nel 2010: 11,916 miliodi di ore di cassa autorizzate, contro le 10,936 dell'anno prima.
Tante le cause dell'andamento differenziato fra imprese del settore, legate alle singole storie aziendali; ma a stabilire un denominatore comune sembra ci stia pensando il mercato, visto che «nel corso del 2011 – dice Fabrizio Geulpa, responsabile dell'ufficio Industry & Banking di Intesa Sanpaolo - non si interromperà il processo di selezione del tessuto distrettuale innescato dalla crisi. Sarà essenziale puntare ancor più sul canale estero, vista la prevista debolezza della domanda interna».
Maria G. Della Vecchia
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