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Mercoledì 27 Aprile 2011
Cina, la nuova frontiera
per il mobile della Brianza
Le imprese locali hanno saputo agganciare il non facile mercato russo senza perdere quote nell'Ue. Prima penalizzato dalla crisi, ora fra i motori della ripresa attraverso le esportazioni. Il legno arredo di Como e Brianza ha fatto la sua parte nell'accelerazione dell'export dei distretti lombardi
Il legno arredo di Como e Brianza ha fatto la sua parte nell'accelerazione dell'export dei distretti lombardi che complessivamente, insieme ai tre poli tecnologici regionali, nel terzo trimestre 2010, hanno visto un impulso del 27,1% per un totale di 24 miliardi di euro, contro la media nazionale del 19,3%.
Nella “reazione post-crisi”, come la definisce il Monitor dei Distretti di Intesa Sanpaolo, «il legno arredo della Brianza nel 2010 ha registrato performance migliori (+11,6% rispetto nel quarto trimestre) rispetto alla media, con un ritardo elevato rispetto al 2007 ma decisamente inferiore a gran parte degli altri principali poli italiani specializzati nel mobile».
Nei numeri, pur avendo esportato nel 2010 mobili per quasi 1,5 miliardi di euro, rispetto al 2007 il settore è sotto del 13,5%, a fronte del distretto delle sedie e tavoli di Manzano che segna – 32%, dell'imbottito della Murgia col – 33,7% e delle cucine di Pesaro col – 28,9%. Un po' meglio di Como ha fatto il mobile del Livenza e quartiere del Piave sotto dell'11,8% rispetto al periodo pre-crisi.
Senza dubbio, nei mercati di sbocco, nel 2010 le imprese brianzole del nobile hanno saputo innovare. Senza perdere il sicuro traino dei mercati maturi di Francia, Svizzera, Stati Uniti, Germania e Gran Bretagna, le imprese locali hanno saputo agganciare il non facile mercato russo, ora ripartito e che per le aziende locali è al secondo posto dell'export di mobili dopo la Francia. Non solo: sono entrate anche nel mercato cinese con una quota ridotta ma in aumento.
Se infatti in Cina l'export di mobili del distretto della Brianza è stato nel 2010 di soli 41,3 milioni di euro, è pur vero che il dato ha rapidamente quasi raggiunto quello di un mercato di export maturo come la Spagna dove i produttori comaschi e brianzoli hanno esportato 45,5 milioni.
I dati mostrano come, in linea generale, a favorire la ripresa dei risultati economici sia, ancora una volta, la specializzazione. A darne prova sono i risultati ottenuti dal settore metalmeccanico, che ha visto il rilancio della vendita all'estero di macchine industriali ad alta tecnologia, fra cui quelle tessili, a cui si aggiunge la straordinaria ripresa rispetto al periodo pre-crisi realizzata dai tre poli tecnologici lombardi dell'aeronautica (Varese), della farmaceutica e dell'Ict (Milano), che hanno superato i valori economici del 2007.
Tolti i tre distretti in ripresa (tessile, legno arredo e metalmeccanico), gli altri 17 sono in ritardo. “Al loro interno – spiega il Monitor dei distretti – hanno numerose imprese, spesso piccole o piccolissime, con un precario equilibrio economico finanziario”. Ancora una volta, le conferme arrivano dai dati di cassa integrazione, a cui i distretti lombardi hanno ricorso massicciamente, in termini di ore autorizzate (in totale 6,4 milioni) soprattutto per la cassa straordinaria, spesso anticamera di chiusure o robusti ridimensionamenti. Notevole (2,4 milioni) anche il monte ore autorizzato di cassa in deroga, quella destinata alle piccole imprese.
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