"Perseguitato dallo Stato
dopo il rifiuto di Berlusconi"

Esposto-denuncia dell'imprenditore Giorgio Fasana: nel mirino gli accertamenti disposti dal Demanio e dal Comune dopo che ha rifiutato la vendita al premier di villa Bellinzaghi di Cernobbio. "Mi stanno preseguitando"

CERNOBBIO Altro che colpo di fortuna fondato sulla prospettiva di cedere a Silvio Berlusconi  Villa Belinzaghi per 12 milioni di euro. L'imprenditore Giorgio Fasana sostiene che dal momento in cui il Cavaliere ha messo gli occhi sulla sua bella casa, ci sono state soltanto delle rogne, con addebiti sempre più gravosi da parte dell'Agenzia del demanio, ispezioni del Comune e inserimento del bene tra le proprietà che Roma si appresterebbe a alienare per far cassa.
Giorgio Fasana l'altra mattina ha presentato ai carabinieri di Cernobbio un esposto-denuncia di sette pagine per porre all'attenzione della procura quella che ritiene "una persecuzione". Nell'esposto parla di "strane coincidenze" che "avrebbero cagionato più di un pregiudizio con forzata rinuncia a profittevoli affari". Il riferimento è al Demanio ma anche all'ispezione del Comune di Cernobbio, definita "irrituale e arbitraria". Per queste ragioni Fasana chiede alla Procura della Repubblica "di voler disporre le indagini allo scopo di appurare se siano ravvisabili estremi di reato". 
Nell'esposto il legale di Fasana ricostruisce i rapporti intervenuti con il presidente Berlusconi con trattative pervenute a un livello avanzato fino al versamento della caparra. Poi la compravendita era sfumata e nel dicembre 2007 i legali dei contraenti si erano accordarti per la restituzione della somma.

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