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Domenica 01 Maggio 2011
Dieci anni per un processo
Cancellate sei condanne
È il poco invidiabile record battuto dalla corte d'appello di Milano che, nei giorni scorsi, ha pronunciato sentenza di non luogo a procedere, per intervenuta prescrizione, nei confronti degli imputati del crac della Area Servizi Finanziari srl
Vicenda complicata e dibattuta, di cui all'epoca della sentenza di primo grado si parlò moltissimo. Nel giugno del 2001 il tribunale di Como emise condanne per otto anni e quattro mesi complessivi, contestando il reato di bancarotta per false comunicazioni sociali. Furono condannati, tra polemiche piuttosto accese e un diluvio di appelli annunciati - senza immaginare che sarebbero serviti dieci anni - l'imprenditore Aldo Bresciani, gli avvocati Enzo Pomentale e Carlo Bresciani, Giancarlo Bernasconi, ex componente del cda di Asf, e i revisori dei conti Giovanni Mallau e Fedele Tiranti. La sentenza milanese non è stata accolta con favore dagli imputati, benché abbia chiuso in modo definitivo una vicenda giudiziaria di inaudita lunghezza. Gli avvocati difensori avrebbero voluto che i giudici della Corte d'appello assolvessero non già per intervenuta prescrizione ma perché, nel frattempo, la legge è cambiata e i fatti contestati a suo tempo dalla Procura di Como non rientrano più nelle nuove fattispecie di reato. E in effetti l'esito del II grado stride con il destino processuale di altri due imputati, l'imprenditore cernobbiese Romano Botta e il suo collega comasco Sergio Zanfrini, finiti entrambi assolti, sullo stesso capo di imputazione, proprio in virtù di quelle modifiche di legge, e soltanto perché all'epoca del processo di primo grado entrambi avevano rinunciato alla forma del rito abbreviato, optando per un diverso percorso processuale. Lo aveva rilevato anche il procuratore generale in corte d'appello, che aveva chiesto l'assoluzione per le intervenute modifiche di legge.
Sul fallimento di Asf, accusa e difesa si scontrarono a lungo: le ripetute perizie del pm, delle parti, e infine quella ordinata dal tribunale ormai al limite della sentenza, ridussero progressivamente fino a 250 milioni di lire il “quantum” della bancarotta della società di leasing, ma senza eliminare i fatti costituenti reato, quantomeno nel giudizio di primo grado. Già allora si sapeva che diverse norme in materia di diritto penale fiscale e societario sarebbero state modificate, magari spazzando via tutte le accuse del crac Asf. Nessuno immaginava che sarebbero serviti dieci anni per averne la conferma.
Stefano Ferrari
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