Rosa e Olindo, è finita
Lo dicono 23 giudici

Tanti sono stati i magistrati - popolari e togati - che hanno concluso per la colpevolezza dei coniugi Romano: sono stati loro a compiere il massacro di via Diaz

ROMA Ma quale giallo. Quale mistero. Quale abbaglio. Per ben 23 giudici, popolari e togati, l'inchiesta sulla strage di Erba non ha nulla di misterioso, nulla di oscuro, nulla di losco. Nessun complotto. Nessun errore giudiziario. L'ultimo sigillo sulla cella di Rosa Bazzi e Olindo Romano arriva alle 20.10. Ad apporlo quattro donne e un uomo, il presidente della prima sezione penale della Corte di Cassazione. Sono loro a dire la parola «fine» dopo poco meno di quattro ore di camera di consiglio, spese non solo per la sentenza di Erba ma per altri quindici casi in calendario ieri. Dunque, ergastolo confermato: i coniugi di via Diaz sono, ora anche per la legge italiana, gli assassini di Erba. I mostri della porta accanto. «Nel ricorso presentato da Romano Olindo e Bazzi Rosa - attacca a leggere il presidente - la corte rigetta tutti i ricorsi. Condanna gli imputati al pagamento delle spese processuali e al risarcimento dei danni alle parti civili». Tutte le parti civili, tranne Azouz Marzouk. L'ultimo colpo di scena di un processo tanto lineare dentro le aule di giustizia quanto schizofrenico fuori lo regala proprio il tunisino: "licenzia" il suo legale, Roberto Tropenscovino, in apertura d'udienza. E contemporaneamente rinuncia, di fatto, alla costituzione di parte civile. Risultato: niente risarcimento, per lui.
Il giudice relatore, Maria Piera Severino Caprioglio, ricostruisce puntigliosamente il caso, le sentenze e gli oltre 40 motivi di appello presentati dalla difesa. Il procuratore generale, Sante Spinaci, chiede il rigetto di tutte le richieste della difesa. Per lui le sentenze sono logiche, rispettose delle norme e, soprattutto, della procedura. Che è di questo che si parla. Di procedura. Di rispetto delle regole, quelle regole che secondo i legali dei coniugi Romano sono state ignorate, di più: calpestate, in quella che a sentire le loro parole sembra la più grande congiura ordita da giudici e inquirenti contro due persone. Rosa e Olindo.
Alla fine l'udienza durerà tre ore e mezza, quasi un record per queste aule. L'appuntamento per la lettura è per le 20. Puntuali si accendono le luci dell'aula. Ancora dieci minuti, infine la sentenza: le quasi 600 pagine di ricorso diventano d'un colpo carta straccia. Motivi d'appello rigettati in blocco. Tradotto: carcere a vita. Il caso è definitivamente chiuso. Sulla strage di Erba, ora, cali sipario e silenzio.

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