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Venerdì 06 Maggio 2011
L'affitto sociale del Comune
Seicento euro una stanza
Cifre folli per la struttura di via Conciliazione a Tavernola. Il paradosso: è destinata alle famiglie in difficoltà economiche
In via Conciliazione (capienza massima 35 posti, casa gestita dalla Lila ma di proprietà comunale) la retta è di 10 euro al giorno per il padre lavoratore «in difficoltà abitativa», di 5 euro per la moglie disoccupata e di 3 euro per ogni figlio minorenne. I conti sono presto fatti: 630 euro per una coppia con due figli, ma la cifra sale a 660 euro se la donna ha un lavoro part time e a 720 euro se il lavoro è a tempo pieno. Le tariffe non comprendono il vitto e, stando alla delibera di giunta che le aveva fissate per la prima volta (è datata 26 ottobre 2005), dovrebbero essere addirittura superiori a quelle appena citate (la delibera cita 12 euro per la camera a 4 letti, con 6 euro per la moglie disoccupata e 3 per ogni figlio): «Evidentemente qualcuno si è accorto che erano cifre assurde e ha abbassato le richieste, nessuno però ha saputo dirmi chi l'ha fatto e su che base - sottolinea Marzorati - Non ci sono delibere di giunta o di consiglio in materia». «Ma il Comune non è quello che affitta immobili a prezzi convenientissimi a ristoranti e attività commerciali? Forse è debole con i forti e forte con i deboli. Eppure le persone sotto sfratto sono sempre di più. Chiedo - conclude la consigliera, che ieri sera ha portato la vicenda nell'aula di Palazzo Cernezzi - di rivedere immediatamente le tariffe della casa di accoglienza». La beffa del centro di via Conciliazione si aggiunge, peraltro, a quella dell'ex dormitorio stagionale di Prestino, inutilizzato da un anno. La stessa Marzorati, insieme al capogruppo Mario Molteni, ne chiede la riapertura in tempi rapidi: «Intervenire è un dovere - dicono - I bisogni aumentano e noi lasciamo vuota una struttura nuova con 60 posti, mensa e servizi». La relazione allegata al bilancio di previsione che si sta discutendo in queste settimane si limita a dire che «si opererà per operare ulteriori sinergie col privato sociale per costruire una progettualità che consenta un efficace utilizzo» delle strutture di Tavernola e Prestino, «in risposta ai bisogni rilevati». Un emendamento (primo firmatario Mario Lucini, Pd) che chiedeva di destinare l'edificio di via Sacco e Vanzetti, realizzato grazie a un contributo regionale di 800mila euro, a «ospitalità temporanea residenziale per persone escluse socialmente», è stato bocciato in aula.
Michele Sada
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