Il grazie di Mario Frigerio:
"nessuno può più dubitare"
L'unico sopravvissuto alla strage di Erba scrive una lettera per ringraziare gli inquirenti infangati (come lui) dai dubbi della difesa di Rosa e Olindo
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«Chiunque - ha scritto l'uomo sopravvissuto alla furia omicida di Olindo Romano e della moglie Rosa Bazzi - sembrava arrogarsi il diritto di conoscere quella verità che ho vissuto in prima persona: una verità che costantemente veniva messa in discussione, ma sulla quale da ora nessuno avrà più il diritto di dubitare». È questo uno dei passaggi cruciali della lettera firmata da Mario Frigerio: con la sentenza con cui la Cassazione ha respinto tutti i ricorsi della difesa e ha confermato il carcere a vita i dubbi non hanno più cittadinanza. Una frase fortemente voluta dal signor Frigerio, ben consapevole del fatto che il collegio difensivo dei due assassini di via Diaz ha già annunciato l'intenzione di chiedere la revisione del processo alla luce di non meglio precisati elementI già considerati del tutto ininfluenti dai giudici della Cassazione. Quindi Mario Frigerio passa ai ringraziamenti, al suo legale, l'avvocato Manuel Gabrielli che lo ha assistito in ogni passo di questa «triste storia» e agli inquirenti, bollati come «scorretti» dai legali dei Romano, ampiamente riabilitati dalla verità processuale e, ora, dalle parole dell'unico sopravvissuto alla strage: «Non smetterò mai di ringraziare il dottor Astori, il dottor Fadda e il dottor Nalesso», ovvero i pubblici ministeri che hanno seguito l'inchiesta, «nonché il luogotenente Gallorini», comandante dei carabinieri di Erba, «per la loro professionalità, per la capacità e il massimo impegno profuso in questa vicenda». Un grazie «da parte di tutta la mia famiglia», conclude Frigerio, e «anche dalla nostra Valeria».
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