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Martedì 10 Maggio 2011
Cantù, le bici pubbliche
alla prova della salita
A pochi giorni dall'avvio del "bike sharing" abbiamo provato una due ruote "a pedalata assistia" sulla salita di via Manzoni: funziona. I consigli degli utenti per migliorare il servizio
Basta passare il codice a barre – sul retro della tessera – sul lettore ottico, e sganciare la bici dalla rastrelliera. Sette marce a disposizione: per raggiungere piazza Garibaldi, è consigliabile la numero uno, la più agevole. Si attraversa al semaforo pedonale di via Giulio Cesare, e parte l'ascesa sulla pista pensata per pedoni e i ciclisti. Con la bici elettrica, è praticamente un gioco da ragazzi. Si accende il tasto «on» sotto il manubrio. Il motorino elettrico si ricarica durante la pedalata. Si arriva al semaforo di via Murazzo senza difficoltà. Dopo, sullo strappo verso piazza Parini, la bici ha qualche piccolo cedimento, si ingolfa per un attimo. Ma con un colpo di pedale appena più deciso, riparte. In due, tre minuti, si arriva in piazza Garibaldi.
«Abito qui vicino e adesso prendo la bici spesso – dice Riccardo Faggiano – ho provato ad andare fino a Mariano. Andata e ritorno in quaranta minuti. Bisognerebbe togliere le due ore di tempo limite». Un filino scocciata la ragazza al suo fianco. «Voleva fare un giro con me, su un'altra bici – prosegue Faggiano – ma siccome non si è iscritta, non può». Soddisfatta Gabriella Redaelli. «Ho fatto il giro del quartiere e sono salita fino in piazza Garibaldi senza problemi – afferma la signora – volevo fermarmi a fare la spesa, ma senza catena non mi sono fidata a lasciare la bici incustodita». Iscritto al servizio anche Jon Trifan, origini rumene, residente a Cantù: «Devo ancora provarla, ma aspetto che anche la mia ragazza vada in municipio. Così possiamo prendere due bici». «Non la userò – dice Ugo Celotti – ma è un servizio intelligente, speriamo che venga capito». I presupposti ci sono.
Christian Galimberti
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