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Giovedì 12 Maggio 2011
Ratti e Mantero insieme
per creare nuovi talenti
Ratti e Mantero insieme, è la prima volta, per creare i nuovi talenti del tessile. Un forte segnale per il distretto, accusato di non far sistema. Trait- d'union di questa partnership tra due gruppi leader della filiera divisi da una storica rivalità, la Fondazione Antonio Ratti nella persona del direttore Marco De Michelis.
Obiettivo di questa esperienza formativa: far decollare idee nuove e fresche a diretto contatto con le aziende, sogno irrealizzato di Antonio Ratti. «E'un'operazione rivolta al domani - ha detto ieri De Michelis presentando il progetto ad un affollato parterre di autorità e imprenditori - La Fondazione è un pezzo di Como, sua mission anche quella di contribuire allo sviluppo della realtà economico-sociale del territorio. L'alleanza tra due aziende rappresentative della nostra industria manifatturiera la rende ancora più importante».
L'importanza del processo creativo è stato sottolineato da Massimo Brunelli, ad della Mantero. «Sono orgoglioso di questa collaborazione con la Ratti. Da concorrenti abbiamo unito le forze per aiutare un settore chiamato a fare un salto di qualità per vincere le sfide che lo aspettano. Prima arma la formazione, il miglior investimento che un'impresa possa fare. Abbiamo bisogno di nuova linfa per ritagliarci un luminoso futuro». Nel suo intervento,l'a.d. della Ratti Sergio Tamborini ha auspicato il coinvolgimento anche di altri attori. «Mi auguro che a questo Corso possano parteciapre altre realtà, non solo del tessile. Il mondo si è globalizzato, occorre quindi incoraggiare nelle nuove leve una dimensione internazionale, in grado di intercettare le esigenze di clienti di tutto il mondo». Sull'importanza di ridare centralità al tessuto è intervenuta Donatella Ratti. «Noto un forte scollamento con il mondo della confezione, che nelle ultime stagioni ha dato sempre maggior enfasi al modello. Questo Corso può aiutare a ripristinare un rapporto paritetico».
La sfida di Tal Lancman è quella di creare un format unico, capace di incoraggiare i designer partecipanti a esprimere il loro punto di vista più autentico e personale. Partendo dagli archivi delle due aziende partner, approfondendo gli aspetti tecnici con le loro equipe, per poi arrivare a una sintesi della grande quantità di informazioni e suggestioni raccolte. «Per giovani per lo più alla fine degli studi - ha spiegato lo stilista - si tratta di un primo impatto col mondo del lavoro, l'opportunità di tradurre il proprio universo di idee tenendo presente i paletti pragmatici del fashion business».
Serena Brivio
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