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Mercoledì 25 Maggio 2011
Lei: mi ha moltestato
Lui: falso, sono gay
A processo con l'accusa di tentata violenza sessuale, un uomo si difende e al giudice spiega: impossibile, sono omosessuale
I due, secondo il capo di imputazione, si incontrarono casualmente la sera del 21 agosto scorso, proprio in stazione. Lei diceva d'aver perduto l'ultimo treno, e di dover per questo attendere un autobus a tardissima ora, lui si offrì di aiutarla, prima dandole un passaggio in macchina, poi proponendole ospitalità nella sua casa di Limido, in cui c'erano letti - così avrebbe detto - e stanze separate. Convinta dalle ampie rassicurazioni, la donna acconsentì ma in realtà la stanza era una, e con un letto soltanto.
La violenza, secondo l'accusa, non consentì all'imputato di ottenere quello che cercava: la vittima riferì ai carabinieri dell'«aggressione» subìta in quella stanza, in cui l'uomo aveva tentato di usarle violenza, molestandola e toccandola ripetutamente prima di desistere e di allontanarsi.
Assistito dall'avvocato Tommaso Scutari l'imputato ha respinto ogni accusa, sostenendo soprattutto di essere omosessuale. Di più: la difesa ha prodotto in aula le prove del fatto che l'uomo abbia inoltrato richiesta d'asilo politico in quanto perseguitato, al suo paese, proprio per il suo orientamento sessuale.
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