Il commento: l'imbarazzante
silenzio del sindaco Bruni

L'attacco di Giannattasio umilia chi fa questo mestiere che consiste nel raccontare e fare da pungolo a un consiglio che mai come in questo mandato ha fatto brutta mostra di sé, combinandone di tutti i colori

Giannattasio non lo sa, non può saperlo, e anche se lo sapesse non potrebbe capirlo: il torto maggiore a Gisella Roncoroni non l'ha fatto storpiandole volgarmente il nome, né dicendo che non è una giornalista e neppure dandole dell'estetista, offrendo un aiuto per trovarle lavoro in Svizzera. Il torto maggiore lo ha fatto ponendo sotto i riflettori una cronista che li rifugge in ogni modo e fa della riservatezza una religione. L'attacco di Giannattasio non umilia soltanto lei né Michele Sada, cioè gli autori delle pagelle contestate dal consigliere, bensì tutti noi, chi fa questo mestiere che consiste nel raccontare e fare da pungolo a un consiglio che mai come in questo mandato ha fatto brutta mostra di sé, combinandone di tutti i colori.
Ci ha fatto piacere, ieri, la solidarietà dei principali esponenti del Popolo delle Libertà, partito a cui Giannattasio indegnamente appartiene, perché delle libertà ne calpesta due fondamentali: quella di pensiero e quella di parola. Non vogliamo esagerare, ci fermiamo qua, togliendoci dal fianco un'ultima spina: la volontà di Stefano Bruni di non commentare, nonostante fosse in aula e abbia assistito di persona a quanto successo. Sarebbe bastata una parola. Lo scriviamo senza rancore, con pacatezza e tristezza persino: è un silenzio che dà la misura morale dell'uomo, prima ancora che del sindaco.

Giorgio Bardaglio

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