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Giovedì 26 Maggio 2011
A Como lo scandalo
degli scrutatori lottizzati
Si avvicina la data del referendum. E gli scrutatori? Li scelgono i partiti, indicando a piacimento i nomi dei 234 fortunati che lavoreranno ai seggi e guadagneranno 170 euro a testa. Tra i consiglieri e gli assessori di Palazzo Cernezzi negli ultimi giorni è scattata un'autentica corsa a segnalare l'amico (o l'amico dell'amico) da inserire nell'elenco che - lunedì scorso - ha ottenuto il via libera dalla commissione elettorale del Comune.
«C'era una legge addirittura degli anni '40 (in vigore fino al 1992, ndr) che stabiliva una ripartizione degli scrutatori in modo proporzionale ai voti ottenuti dai partiti nelle ultime elezioni - spiega il consigliere Vittorio Mottola (Pd), che fa parte della commissione insieme a Mattia Caprile e Francesco Pettignano del Pdl - Poi per un periodo si procedeva tramite sorteggio e ora, sulla base della nuova legge, in Comune a Como si è raggiunto un accordo tra i partiti sulle modalità da seguire. Per il referendum, ad esempio, la maggioranza ha il diritto di indicare per ogni sezione i nomi di due scrutatori su tre e la minoranza uno. Gli elenchi - conclude Mottola - vengono compilati dai vari gruppi, in base ai suggerimenti di assessori e consiglieri. Lunedì abbiamo approvato tutto all'unanimità, senza problemi». Le sezioni elettorali in città sono 74, quelle speciali (ospedali, Ca' d'Industria e Bassone) sono 4. Il che si traduce, come detto, in oltre duecento posti che sono già stati “spartiti” (calcolatrice alla mano, 156 alla maggioranza, 78 all'opposizione) con un compenso pari a 122 euro a scrutatore (più 22 euro per ogni scheda superiore alla prima, quindi in totale 170 euro nel caso del referendum del prossimo 12 e 13 giugno). Il presidente è invece selezionato dal tribunale da un apposito albo e il segretario viene scelto dal presidente.
Il meccanismo della “chiamata diretta” sembra però non piacere ai cittadini. Francesco Casartelli in una lettera inviata a La Provincia parla esplicitamente del rischio di nomine fatte «dai politici in cambio di voti», visto che i posti vengono assegnati da persone che «scavalcano» chi ha presentato regolarmente la domanda di iscrizione e fa parte dell'albo. Il lettore definisce la situazione «alquanto strana». Ma ai partiti comaschi sembra andar bene così. Anzi, i consiglieri tengono moltissimo al potere di nomina degli scrutatori, come dimostra il siparietto andato in scena qualche sera fa a margine del consiglio comunale tra l'assessore Enrico Cenetiempo (presidente della commissione elettorale) e il consigliere Pasquale Buono (gruppo misto). Una furibonda lite nel corridoio che porta all'aula consiliare, con Buono che era anche entrato in aula inveendo contro il sindaco Stefano Bruni. Al centro del contendere c'era proprio l'elenco con i nomi degli scrutatori per il prossimo referendum. Quando Buono ha scoperto da Cenetiempo che i suoi nomi sarebbero stati cassati o drasticamente ridotti in quanto viene ormai considerato un consigliere di minoranza (per aver votato contro il bilancio) e avrebbe quindi potuto segnalare un numero inferiore di persone, si è imbufalito. E ha iniziato a gridare: «Dovevamo mandarvi a casa a novembre! (Buono contribuì a salvare il sindaco dalla mozione di sfiducia, ndr). Sono cose da matti! Questo è il vostro modo di fare politica?». Ma il sindaco aveva tagliato corto: «Chi non vota il bilancio è in minoranza». La posizione dei consiglieri, insomma, è chiara: ben venga la lottizzazione. Tanto che la scorsa settimana, a pochi giorni di distanza dalla riunione della commissione elettorale, più di un amministratore (assessori compresi) aveva ammesso di essere alle prese con la compilazione del prezioso elenco degli aspiranti scrutatori. C'è chi ne ha indicati una mezza dozzina, altri dieci. Altri ancora si erano scordati della scadenza e hanno rimediato in tutta fretta. Nessuno ha voluto rinunciare alla possibilità di conquistarsi qualche simpatia.
Michele Sada
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